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Nel DNA c’è un interruttore che ripristina l’udito

Potrebbe servire a generare nuove cellule per farci sentire meglio

Nel DNA c’è un interruttore che ripristina l’udito

09 Maggio 2022

Redazione 105

I neuroscienziati della Northwestern University. di Chicago hanno scoperto un gene molto importante legato all’udito; si chiama TBX2 e, a seconda che sia acceso o spento, permette di ottenere le cellule ciliate dell'orecchio interno o quelle dell'orecchio esterno. Si tratta di cellule molto fragili che possono andare perdute a causa dei rumori forti, dei farmaci o della vecchiaia. Durante studi precedenti, alcuni scienziati erano riusciti a ottenere in laboratorio cellule ciliate artificiali, ma senza riuscire a differenziare nelle due tipologie (interne/esterne) necessarie per l’udito. Sono cellule che si formano nella fase embrionale e non si riproducono più per tutta la vita. 
Le cellule per trasmettere i l suono si espandono o contraggono in risposta alla pressione delle onde sonore e amplificano così il suono attraverso le cellule dell'orecchio interno che trasmettono ancora le vibrazioni ai neuroni per la percezione del suono stesso; tutto questo processo viene descritto come una danza dal principale autore dello studio, Jaime Garcia-Anoveros, "È come un balletto. Le cellule esterne si accovacciano e saltano e sollevano quelle interne spingendole ulteriormente nell'orecchio". Il "coreografo" di questa danza sarebbe proprio il gene/interruttore TBX2, quando è acceso la cellula si differenzia in una cellula ciliata dell’orecchio interno, quando è spento in una ciliata dell’orecchio esterno. In futuro l’obiettivo è quello di sfruttare le cellule che già si trovano nell’orecchio per farle diventare cellule sensoriali. A quel punto sfruttando le conoscenze già note si potranno programmare per farle diventare cellule ciliate cocleari e, grazie a TCX2, differenziarle in cellule ciliate esterne o interne. Con sviluppi futuri in questo campo si può immaginare di riacquistare almeno in parte l’udito perduto e migliorare la qualità della vita di molte persone anziane.

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