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15 Giugno 2022
Redazione 105
Il decreto aiuti prevede un bonus di 200 euro contro il carovita che arriverà nella busta paga di luglio per quei lavoratori che hanno un reddito annuo inferiore a 35 mila euro. L’aiuto economico non scatterà però in automatico, ma sarà il lavoratore a farne richiesta se interessato. La Fondazione studi dei Consulenti del lavoro ha creato così un fac-simile di autocertificazione da consegnare al datore di lavoro. Nell’autocertificazione bisognerà attestare di avere un reddito inferiore ai 35mila euro lordi, di rientrare nella categoria di lavoratori che nel primo quadrimestre di quest'anno ha ottenuto lo sconto dei contributi previdenziali nella misura di 0,8 punti percentuali, come previsto dalla legge di Bilancio 2022, e non essere titolare di trattamento pensionistico o di reddito di cittadinanza (in questo caso il bonus sarà erogato dall'Inps). Il bonus è uno per famiglia. Il modulo per richiederlo dovrà contenere i dati anagrafici, il codice fiscale e il nome del datore di lavoro. Con l'autocertificazione si esonerano da ogni responsabilità l'azienda o il datore di lavoro, lasciando la piena responsabilità al lavoratore se dichiarerà il falso. I 200 euro arriveranno in automatico dall’INPS a pensionati, percettori del reddito di cittadinanza e disoccupati.
Anche i co.co.co sempre con reddito inferiore ai 35mila euro lordi dovranno presentare domanda all'Inps. Per i lavoratori domestici sarà necessario fare domanda presso gli istituti di patronato. Per i professionisti dei settori del turismo, degli stabilimenti termali, dello spettacolo e dello sport, che hanno un lavoro stagionale o confinato nel tempo, i 200 euro saranno automatici se hanno ricevuto l'indennità prevista dai decreti per l'emergenza Covid. Chi lavora a intermittenza o i lavoratori dello spettacolo che sono iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, che nel 2021 hanno svolto prestazione per almeno 50 giornate o hanno versato 50 contributi giornalieri, dovranno presentare la domanda all'Inps. Per gli autonomi (le partite IVA) sarà, invece, istituito un fondo ad hoc del valore di 500 milioni di euro, che verranno poi distribuiti in base a criteri di reddito fissati con un ulteriore decreto ministeriale, ma per ora c’è poco di definito.