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11 Luglio 2022
Redazione 105
In passato una ricerca pubblicata su Environmental Health Perspective, aveva rilevato che chi trascorre almeno 6 mesi in un’area con l’aria particolarmente inquinata, ha una probabilità del 10% maggiore di sviluppare depressione rispetto a coloro che vivono in un luogo che rispetta i limiti di particolato fine stabiliti dall’OMS.
Ora, altri due studi confermano che l’inquinamento atmosferico ha conseguenze negative non solo sulla salute fisica, ma anche su quella mentale: al seminario “RespiraMi: Recent Advances on Air Pollution and Health”, co-organizzato dalla Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dalla Fondazione Internazionale Menarini, due ricerche hanno evidenziato che lo smog aumenta il rischio di malattie mentali e peggiora quelle già presenti. Uno dei due studi ha coinvolto quasi 2 milioni di persone per un arco di tempo di 8 anni, dal 2011 al 2019, rivelando che il rischio di depressione aumenta del 13% per ogni aumento di 1 microgrammo per metro cubo di particolato fine (PM2.5). L’inquinamento fa crescere anche le probabilità di soffrire di ansia, circa del 9%, e addirittura di schizofrenia, del 7%. Aumentano anche le prescrizioni di antidepressivi, dell’1,3%, e antipsicotici, con un aumento del 4%. Il motivo di queste conseguenze sulla salute mentale, secondo gli esperti, potrebbero essere dovute ad un incremento dell’infiammazione generale o per un’alterazione delle difese antiossidanti, causate dal particolato. Viste le evidenze, diventa sempre più necessario prendere provvedimenti sull'inquinamento atmosferico per tutelare la salute generale.