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Ibernati per viaggiare nello Spazio? Potrebbe essere il futuro degli astronauti

Ecco perché congelare chi viaggia nello spazio è una buona idea

Ibernati per viaggiare nello Spazio? Potrebbe essere il futuro degli astronauti

Credits: Getty Images

31 Gennaio 2023

Redazione 105

Dell’ibernazione umana si è sempre parlato solo nei film, ma in realtà è un’idea non così distante dalla realtà: congelare un essere umano per farlo viaggiare nello spazio presenterebbe tutta una serie di vantaggi. Matteo Cerri, docente di fisiologia all'Università di Bologna e membro del Topical Team Hibernation dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), ha spiegato quali sarebbero i pro di congelare qualcuno per spedirlo nello Spazio: Nel torpore non si mangia, non si beve e non si producono scarti: ciò avrebbe il vantaggio di ridurre la necessità di portare cibo. Le navicelle potrebbero essere più piccole. E sarebbe anche un modo per ridurre il tempo di convivenza in spazi isolati, cosa che può dare stress psicologico. Ma il principale vantaggio dell'ibernazione sarebbe la protezione dai raggi cosmici (particelle ad alta energia) nello spazio, dove non si è più schermati dal campo magnetico terrestre. Si è visto che nel torpore si è protetti dal danno biologico che causano. Inoltre, si potrebbe beneficiare anche di uno schermo fisico contro queste particelle: uno strato d'acqua che avvolgerebbe la capsula in cui si è in ibernazione”. Attenzione perché l’ibernazione non è propriamente come 'dormire'; ma è una condizione molto particolare: "Il letargo o ibernazione è una sequenza di episodi di torpore, ovvero uno stato in cui il metabolismo si riduce. Va al minimo l'attività delle centrali energetiche delle cellule e la produzione di calore, dunque la temperatura corporea cala. Serve poco ossigeno, il respiro e il battito del cuore rallentano. Gli organi cambiano il loro funzionamento. L'intestino si ferma, visto che in letargo non si mangia e non si producono rifiuti corporei. E il cervello si sconnette: una parte delle sinapsi (i collegamenti tra i neuroni) si ritira. L'attività cerebrale è definita veglia lenta ed è del tutto diversa da quella del sonno, in cui il cervello continua a consumare molta energia". Certo si tratta ancora di ipotesi lontanissime e comunque improbabili. Un essere umano “in letargo” perderebbe peso e massa muscolare, si ipotizza 2chili di peso all’anno, quindi non si potrebbe rimanere a lungo ibernati o il rischio è quello di svegliarsi troppo deperiti per continuare a vivere in salute. Insomma, per ora, nessun letargo per gli astronauti!

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