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Credits: Getty Images
14 Marzo 2023
Redazione 105
Non c’è dubbio, Austin Butler si è proprio calato nella parte del Re del Rock and Roll. Il problema è che ora non riesce più a uscirne. Infatti, l’attore, nella sua vita quotidiana, parla ancora come Elvis.
In più occasioni si è notato questo cambio vocalico, durante il monologo al Saturday Night Live e sul red carpet ai Golden Globe (dove ha vinto il premio per miglior attore in un film drammatico).
Ad Austin Butler, però, non sembra dar fastidio questo cambiamento e si difende dalle critiche.
Nonostante l’attore abbia dichiarato, al conduttore del talk show Graham Norton, che il problema si sta attenuando, la sua vocal coach Irene Bartlett ha riferito che la voce potrebbe restare per sempre così.
La domanda sorge spontanea: perché Butler continua a parlare come Elvis?
Pronto a darci la risposta è Andrew M. Byrne, vocal coach professionista a New York: “Nel cervello, ciò che sedimenta qualcosa è l’intensità della situazione che si vive e la sua rilevanza. Questo dipende da quanto una determinata cosa risulta essere importante per il soggetto in questione”, ha detto Byrne.
“Un soggetto che si impegna in qualcosa che richiede molta attenzione per un lungo periodo di tempo, ed è molto risoluto, - ‘questa è la cosa che voglio fare nella vita’ -, plasmerà il proprio cervello in quella direzione. Si chiama neuroplasticità. Quindi, ogni volta che c’è un processo di questo tipo, ci possono essere cambiamenti, apparentemente automatici o inconsci, causati proprio dall’intensità e dall’importanza di una determinata situazione. Aspetti come la voce possono effettivamente cambiare. Alla fine, sono muscoli ed è possibile rieducarli.”
L’attore, il giorno dopo le riprese è stato ricoverato per problemi di appendicite, causati dal troppo stress. Prosegue Byrne: “Il motivo per cui i problemi vocali causati dall’emotività possono essere di vasta portata è che hanno un effetto su molti organi, incluso il cuore, i polmoni, il sistema digestivo. Butler, quindi, potrebbe aver avuto un trauma in un’altra parte e la voce potrebbe averne subito le conseguenze, bloccandosi in quella variante. È solo una teoria, un’ipotesi che mette in relazione questi aspetti.”