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Quando dormi si attiva nel cervello un effetto “lavastoviglie”

Gli scienziati hanno dimostrato l’importanza delle ore di riposo notturne, sottolineando che dormire è fondamentale per la salute cerebrale

Quando dormi si attiva nel cervello un effetto “lavastoviglie”

Credits: Getty Images

17 Marzo 2023

Redazione 105

Dormire è la prima medicina dell’uomo. Da decenni si moltiplicano gli studi che mirano ad approfondire gli effetti della funzione del sonno sul nostro organismo. In particolare, l’andamento ottimale di questa funzione è di aiuto per molteplici processi: l’attività della difesa immunitaria, l’equilibrio ormonale e l’incidenza sulla salute psicofisica, per dirne alcuni. Inoltre, un recente studio pubblicato su Science da un team di scienziati dell’Università di Boston ha dimostrato che ogni volta che chiudiamo gli occhi per riposare accade qualcosa di straordinario nel nostro cervello: si attiva l’equivalente neurologico di un ciclo di pulizia profonda della lavastoviglie. 

“Il sonno non è solo uno stato in cui le cose si spengono. Il sonno è uno stato molto attivo, e sembra fondamentale per il benessere del cervello”, afferma Laura Lewis, professoressa di ingegneria biomedica e coordinatrice del gruppo che ha curato la ricerca. Sfruttare questo sistema, detto glifatico, è fondamentale dato che i neuroni sono estremamente attivi durante il giorno, creando una serie di “scorie” e “detriti”, che successivamente, durante la fase profonda del sonno, il cervello si attiva ad eliminare. In quest’ultima fase le onde cerebrali iniziano a rallentare e sincronizzarsi, come viene fuori dalle tecniche di imaging ad alta velocità usate dai ricercatori. Dunque, il flusso di sangue al cervello diminuisce, consentendo un afflusso di liquido cerebrospinale che lava via, come una “lavastoviglie” appunto, i detriti della giornata formati da proteine e altre sostanze di scarto. 

“Precedenti studi avevano evidenziato che durante il sonno proteine come la beta-amiloide, una delle due proteine caratteristiche dell’Alzheimer, vengono eliminate più rapidamente dal cervello”, ha sottolineato la professoressa Lewis. Un aspetto approfondito anche dall’Università di Copenaghen, che immagina già un possibile riutilizzo della scoperta: “Sarà interessante valutare se le dinamiche del liquido cerebrospinale legate al sonno profondo possano essere usate come biomarker per diverse patologie e se le strategie per ripristinare il sonno profondo possano salvaguardare la funzionalità cerebrale”. 

Il sonno può sembrare un processo esclusivamente passivo, ma mentre sogni di stare su una sdraio, al sole, con il rumore del mare in sottofondo, la tua coscienza esercita il magico sistema glinfatico che mantiene il tuo cervello pulito e profumato.

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