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Roma, le cacche dei cani sono ora una mostra di opere d’arte

Niente più “Me**a d’artista”: oggi a Roma a essere messe in mostra sono ancora le deiezioni, ma questa volta canine, diventate vere opere d’arte.

Roma, le cacche dei cani sono ora una mostra di opere d’arte

Credits: Getty Images

05 Aprile 2023

Redazione 105

Nella Roma capitolina le deiezioni canine sono diventate delle vere e proprie opere d’arte, esposte in un luogo di cultura. Sentite anche voi puzza di Me**a d’artista? Nel 1961 un irriverente Piero Manzoni, esponente di spicco della nostrana versione di arte concettuale, aveva infatti inserito le proprie deiezioni in 90 scatolette della famosissima Me**a d'artista, del peso di 30 grammi ciascuna e vendute ad un equivalente valore in oro e che espone per la prima volta ad Albissola.

Nel 2023 la Me**a d'artista non c’è più (meglio, non il suo concetto e la sua riflessione alla base), ma le mostre sulle deiezioni rimangono. Sì perché, come detto, a Roma (e nella fattispecie a Testaccio nella sede di IED Istituto Europeo di Design) si è tenuta una mostra - provocazione degli studenti IED dal titolo Dog shit experience - deiezioni canine in mostra. Protagoniste illustri della mostra niente meno che le deiezioni canine della capitale, diventate delle vere e proprie opere d’arte

Come si legge nel comunicato stampa divulgato dal gruppo di giovani studenti artisti romani che hanno promosso l’evento, “I cani più creativi di tutta Roma, nello storico rione di Testaccio hanno espresso le loro ‘urgenze artistiche’ sul marciapiede confinante con l’Istituto Europeo di Design. Nella mostra saranno presenti teche a prova di ladro per proteggere le opere d’arte dei nostri amici a 4 zampe, inoltre a tutti i passanti verrà offerto un bicchiere di spumante che potranno gustarsi durante il percorso della mostra”.

Durante i giorni della mostra sono stati raccolti i principali sentiment dei fruitori: “Alcuni passanti si sono avventurati all’interno della mostra con il proprio cane che sembrava essere incuriosito e affascinato dalle opere forse anche più dei padroni. Probabilmente se avesse potuto parlare avrebbe dato una lettura delle opere ancora più critica e dettagliata”.

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