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Sarah Felberbaum shock: “Non provavo nulla per mio figlio”

La moglie di Daniele De Rossi si è aperta sulle difficoltà vissute nel passato, dalla depressione, ai problemi col cibo, all’autolesionismo fino al periodo più buio che è seguito la nascita del figlio Noah

Sarah Felberbaum shock: “Non provavo nulla per mio figlio”

Credits: Profilo Instagram @sarahfelberbaum

21 Aprile 2023

Redazione 105

Sarah Felberbaum è nel pieno del suo fervore artistico e si trova alla vigilia del suo primo ruolo impegnativo in tv, in quanto sarà la protagonista del film Tina Anselmi - Una vita per la democrazia. Tuttavia non sempre le cose sono state così rosee, anzi. L’attrice ora quarantatreenne ha vissuto anche momenti molto cupi, che ha voluto confessare in un’intervista mettendosi a nudo.

La donna è sposata con l’ex capitano della Roma Daniele De Rossi e insieme hanno avuto due figli, Olivia (nata il 14 febbraio 2014) e Noah, venuto al mondo il 3 settembre 2016. La Felberbaum ha raccontato come i due si siano conosciuti e come non scommettesse molto sul loro rapporto, eppure “dopo più di 10 anni, eccoci qui. Daniele è l’amore della mia vita. Abbiamo un ottimo equilibrio e, come tutte le coppie, i nostri alti e bassi”.

E tra i bassi c’è anche la sua depressione: “So cosa significa la depressione. Un’altra cosa che non mi piaceva di Daniele era l’essere troppo normale, non abbastanza in conflitto con la vita. Non c’era nero in lui e invece io ero attratta da tutto ciò che è nero. Quando ci siamo conosciuti, sceglievo di avere intorno persone che non mi aiutavano. Daniele invece è solido, piantato. Centrato. Alla fine ho capito che si può essere felici: si può sentire attraverso la felicità e non solo attraverso il dolore”. 

I suoi problemi erano molto seri, dal cibo all’autolesionismo, ma ora fanno parte del passato: “Ho avuto problemi con il cibo, ci ho messo anni per uscirne. Mi facevo del male anche fisicamente. Ero un’autolesionista e non so perché. Pensavo di sentire troppo, tutto mi arrivava come un’onda gigante che non riuscivo a controllare. Con lo psicoanalista abbiamo parlato di traumi alla nascita, ma non mi sono aggrappata a questa spiegazione, non mi serve. Sono andata nella direzione opposta e mi sono fortificata”.

Prima però c’è stato il periodo più cupo, quello che ha seguito la nascita di Noah, anche per via della decisione di tornare troppo presto al lavoro: “Ho iniziato un percorso dopo che lui era nato. Ho fatto tanta fatica, ero arrivata a non provare nulla per lui... A volte pensi di essere invisibile, che la gente non veda quanto stai soffrendo. L’unica che se n’era accorta e me lo ha detto è stata mia suocera. Noah aveva appena un mese e io già ricominciavo a lavorare. Questa cosa non mi ha aiutato, non è stata una scelta felice. Ma mi avevano fatto una proposta e mi è mancato il coraggio di dire no... avrei dovuto prendermi del tempo, invece”.

Fortunatamente “il brutto è ormai archiviato”, come ha spiegato lei stessa: “Ora con Noah ho un rapporto pazzesco. È un bambino speciale, molto attento. Ecco, per la prima volta posso parlare con onestà e nessuna vergogna del percorso che ho affrontato. Ogni tanto torno ancora dallo specialista. È uno psichiatra cognitivo, vado a fare il tagliando”. 

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