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Credits: Profilo Instagram @missionastroaccess
28 Aprile 2023
Redazione 105
Le persone con disabilità potrebbero trasformare i loro handicap in punti di forza nello Spazio. È quanto prevede il progetto AstroAccess che ha deciso di investire nella ricerca lanciando studenti, atleti e artisti disabili su voli parabolici con la Zero Gravity Corporation. Non avere le gambe, infatti, potrebbe essere un vantaggio in quanto si è più leggeri e dunque è più economico lanciare un astronauta.
Allo stesso tempo le persone non vedenti non soffrono di cinetosi, mal di testa e nausea essendo immuni ai segnali visivi che spesso disorientano nello Spazio. E ancora chi ha sacche per stomia non deve preoccuparsi di tutte quelle scomode toilette nello Spazio. Dwayne Fernandes, che non ha le gambe e ha partecipato ad un volo parabolico insieme ad un equipaggio di ricerca in cui tutti i membri avevano disabilità, ha spiegato come per lui non esista una “passeggiata nello Spazio”.
Tutto ciò che avrebbe bisogno per vivere e lavorare nello Spazio sono un paio di moschettoni e alcuni ganci. E qui “ero nella mia condizione, ma senza le sue barriere. La mia condizione è cambiata in un ambiente a gravità zero. In assenza di gravità non sono disabile, sono super abile”.
AstroAccess è stata fondata da Anna Voelker e George Whitesides ad inizio 2021 per rendere lo Spazio più accessibile e fare in modo di non “lasciare indietro il 25% dell’umanità”. Secondo la Voelker, il progetto potrebbe dare “vantaggi a tutti e non solo chi è stato storicamente escluso da questa opportunità”.
Ha effettuato alcuni test e voli di prova con un equipaggio composto da persone affette da disabilità per capire come poter lavorare e trasformare gli handicap in punti di forza. Hanno applicato ad esempio guide tattili montate a parete per l’equipaggio non vedente e segnali visivi basati sulla luce per chi aveva problemi di udito. Sono inoltre state testate cinture di ancoraggio per le persone con disabilità agli arti inferiori per rimanere in posizione durante il volo. Com’è andata? Nessun problema, anzi: l’equipaggio si è orientato in modo autonomo.