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I millennial? Giocano ai videogiochi più della generazione Z

Chi l’avrebbe mai detto che i Millennial giocano ai videogiochi (giochi online, da console, PC o mobile) per più tempo rispetto ai giovani della generazione Z?

I millennial? Giocano ai videogiochi più della generazione Z

Credits: Getty Images

27 Aprile 2023

Redazione 105

I Millennial sono il più grande mercato non sfruttato su cui le società di videogiochi dovrebbe concentrarsi. A dirlo è un nuovo studio di Fandom, che rileva come la generazione dei 20/30enni di oggi trascorra più tempo a giocare a giochi online, console, PC e mobile rispetto sia alla generazione Z sia agli adolescenti.

Secondo il rapporto annuale di Inside Gaming e della società di intrattenimento Fandom, "nonostante gli adolescenti e la generazione Z trascorrano più tempo a giocare rispetto all'anno scorso, le generazioni più anziane di giocatori, ossia i Millennial, trascorrono davanti ai videogiochi e ai giochi online più ore alla settimana rispetto ai primi".

E così, il rapporto ha rilevato che il 52% dei Millennial intervistati classifica i videogiochi come interesse principale e il 40% del pubblico dei Millennial di Fandom impiega oltre 22 ore settimanali nei giochi online, da console, da PC o mobile, rispetto a solo il 29% della generazione Z.

Inoltre, il rapporto di Fandom ha rilevato che "l'incidenza d'acquisto di marchi che hanno investimenti nello spazio di gioco diventa più forte con l'età", poiché gli utenti Millennial di Fandom hanno almeno il 24% in più di probabilità di essere "fortemente influenzati" per acquistare giochi rispetto all'utente medio di Fandom stesso.

Ma ciò non significa che gli studi e gli sviluppatori dovrebbero iniziare a dormire sugli allori, pensando alle generazioni più giovani (come la Generazione Z): mentre il 45% dei giocatori in generale trascorre più tempo a giocare rispetto a un anno fa, e i Millennial sono la fetta che gioca di più rispetto a chiunque altro, il tempo complessivo trascorso a giocare rispetto allo scorso anno è stato registrato tra i preadolescenti e gli adolescenti, con un aumento rispettivamente del 63% e del 48%.

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