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Credits: Instagram @tabitagiurioli
28 Aprile 2023
Redazione 105
Lo smart working rappresenta il futuro del lavoro. Studi scientifici ed esperimenti condotti nelle più grandi aziende del mondo confermano l’efficacia di questa strategia. La logica alla base è semplice: meno sprechi di tempo, maggior produttività; miglior bilanciamento vita-lavoro, lavoratori più felici. Lo smart working è apprezzato e diffuso nella maggior parte degli uffici, ovviamente quando il tipo di mestiere lo consente. Poche aziende scelgono di tagliarsi fuori dal mercato del lavoro negando lo smart working anche ai dipendenti che svolgono una professione che potrebbe essere tranquillamente portata a termine da remoto (eppure ci sono anche questi casi).
Ad oggi lo smart working viene garantito da contratto per un certo numero di giorni al mese: un vero e proprio benefit! Tuttavia, ci sono aziende che si vantano di essere all’avanguardia quando, in realtà, sono ferme alla Preistoria.
Il caso di Tabita Gurioli ne è un esempio. Il giorno di Pasquetta, Tabita ha avuto un incidente stradale e da quel giorno la sua auto è fuori uso. Poiché vive a Mensa Matellica e lavora a Cesena (13 km di distanza) ha chiesto di poter usufruire dello smart working, ma la risposta che ha ricevuto è stata alquanto deludente: “Si tratta di una questione domestica, devi consumare giorni di ferie”. Sentendosi presa in giro e non avendo intenzione di sprecare ferie così, Tabita (proprietaria di una scuderia) è andata in ufficio a cavallo: “Abbiamo otto giorni di smart working al mese a disposizione come dipendenti, ma questo diritto non viene garantito. Ho scelto questo gesto per protestare perché non è giusto restare zitti di fronte a questi abusi di potere. Parlo anche per chi non vuole parlare, perché certi soprusi vanno segnalati.”
Quella di Tabita è stata una protesta pacifica ma significativa: “Ci ho messo ben più di due ore ma è stata una passeggiata fantastica, nella natura, lungo il fiume Savio. Non era necessario nessun permesso, la mia protesta è stata pacifica e non ha violato alcuna norma.”