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Credits: Getty Images
09 Maggio 2023
Redazione 105
Tremate, tremate, l’intelligenza artificiale è tornata. Dopo la notizia che, a seguito della chiusura voluta dal Garante per la Protezione dei dati Personali, OpenAI ha reso nuovamente accessibile Chat GPT agli utenti italiani, il futuro del lavoro e di alcune mansioni potrebbe essere messo seriamente a rischio dall’automatizzazione e in generale dall’AI.
A dirlo non sono i soliti cospirazionisti, ma niente meno che gli economisti di Goldman Sachs, secondo cui ben 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno in tutto il mondo potrebbero essere automatizzati in qualche modo dalla nuova ondata di intelligenza artificiale che ha generato piattaforme come Chat GPT. Lo studio ha infatti messo in luce come il 18% del lavoro a livello globale potrebbe essere informatizzato, con effetti più sentiti nelle economie avanzate rispetto ai mercati emergenti.
Ciò è in parte dovuto al fatto che i colletti bianchi sono considerati più a rischio rispetto ai lavoratori manuali. I lavoratori amministrativi e gli avvocati dovrebbero essere, infatti, i più colpiti, hanno detto gli economisti, rispetto allo "scarso effetto" visto su occupazioni fisicamente impegnative o all'aperto, come lavori di costruzione e riparazione.
E così, negli Stati Uniti e in Europa, circa i due terzi dei posti di lavoro attuali "sono esposti a un certo grado di automazione dell'AI", hanno detto gli studiosi, e fino a un quarto di tutto il lavoro potrebbe essere svolto completamente dall’intelligenza artificiale.
E se l'intelligenza artificiale generativa "mantiene le sue capacità promesse, il mercato del lavoro potrebbe subire un'interruzione significativa", hanno scritto gli economisti. Gli stessi, però, hanno osservato anche che l'innovazione tecnologica che inizialmente sostituiva certi lavoratori ha nel tempo anche creato una crescita dell'occupazione nel lungo periodo. Mentre i luoghi di lavoro possono cambiare, l'adozione diffusa dell'AI potrebbe in ultima analisi aumentare la produttività del lavoro e aumentare il PIL globale del 7% all'anno in un periodo di 10 anni, secondo Goldman Sachs.