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Credits: Profilo Facebook @TgrRaiMarche
01 Giugno 2023
Redazione 105
Massimo Picozzi è tornato a parlare a C.S.I. Milano, nel consueto appuntamento con il podcast condotto da Tony & Ross. Questa volta l’argomento è il delitto dell’avvocato Antonio Colacioppo, uno stimato professionista conosciuto da tutti ad Ascoli Piceno anche per via del suo impegno in politica e nel campo del sociale. Il primo febbraio del 1999, però, il suo cadavere viene trovato nel suo studio trafitto da 17 coltellate.
Una ferocia che la dice lunga su quali fossero i motivi del delitto. Non si tratta di un crimine organizzato, secondo gli investigatori, ma di qualcuno spinto da una rabbia crudele e incontrollabile. Si pensa ad un cliente rancoroso che non si era sentito difeso nel migliore dei modi. Inevitabile sfogliare tutti i fascicoli dei suoi casi più recenti e di chi è uscito da poco dal carcere, ma non si trova nulla di concreto.
Esclusa anche la rapina finita male, perché dallo studio non mancava nulla. Non resta che un grande classico delle serie tv crime: il delitto passionale. E proprio questa si rivelò la tesi corretta. La mandante dell’assassinio di Colacioppo, infatti, fu la moglie, Angela Biriukova. Nata in Moldavia, la donna aveva architettato tutto nei dettagli per impossessarsi dell’eredità dell’avvocato e tornare nel suo Paese dove ad attenderla c’era l’ex amante Valeri Luchin.
È stato lui, insieme ad un suo complice – Iurie Cegolea – a commettere materialmente il delitto. Il 4 giugno del 2001 i tre sono stati assolti perché per i giudici non sussistevano prove certe della loro responsabilità. Il 7 marzo del 2003, però, la Corte d’Assise di Ancona ribaltò la sentenza, condannando Angela Biriukova e i suoi complici a trent’anni di reclusione. Ad incastrarli furono dei mozziconi di sigaretta con il loro DNA, rinvenuti sotto lo studio dell’avvocato.
Tuttavia, ci vorranno altri 17 anni prima che l’ultimo responsabile del delitto finisca in carcere e che il caso si possa definire definitivamente chiuso. Iurie Cegolea, infatti, venne catturato su un autobus, a bordo del quale aveva appena varcato il confine tra Moldavia e Ucraina. Inserito nella lista dei 100 latitanti più pericolosi, fu estradato in Italia quello stesso pomeriggio e condotto a Rebibbia. Anche la Biriukova e Lukin, che si erano resi irreperibili dopo l’assoluzione, vennero rintracciati e arrestati dopo una latitanza di 3 anni ad Odessa, in Ucraina. Stanno tuttora scontando la pena rispettivamente a Perugia e all’Isola d’Elba.
Ascolta qui sotto l’intervento completo di Massimo Picozzi in diretta a 105 Friends!