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Credits: Getty Images
08 Giugno 2023
Redazione 105
Sta facendo molto discutere, specie tra le neo mamme ma anche nei settori dell’educazione, l’uscita di una mamma che dice di permette alla figlia di imprecare quanto vuole, di dire, cioè, tutte le parolacce che conosce. Aggiungendo, poi, che secondo la donna i genitori che non lo fanno non sono altro che degli ipocriti.
Insomma, non ci è andata giù piano Alissa, questo il nome della mamma, che ha detto che a casa a sua figlia è permesso di imprecare quanto vuole senza essere rimproverata. Come professionista dell'educazione, Alissa dice che generalmente tende a non dire parolacce per abitudine, ma che suo marito non riesce a esimersi, lanciando spesso dei sonori “ca**o” o “vaffa**ulo”.
Per questo motivo, ha detto: "Come genitori che credono di fare del proprio meglio per plasmare il comportamento che ci aspettiamo dai nostri figli, sarebbe da veri ipocriti chiedere a nostra figlia di attenersi a uno standard linguistico a cui nessuno di noi aderisce".
Permettere alla piccola di pronunciare parolacce in maniera totalmente libera, invece di etichettarle come "parole da adulti", insegnerebbe dunque alla figlia che "le parole sono importanti", come disse anche qualcuno nella storia della cinematografia italiana. "Permettendole di dire le parolacce senza il rischio di essere cazziata, nostra figlia capisce il valore di un 'ca**o!' urlato quando si deve, oltre che la sensazione catartica a cui un ben piazzato 'ca**o!' può portare", ha detto.
La mamma crede che la rimozione precoce dell'energia negativa legata alle parolacce renda i bambini più preparati a fare distinzioni tra le parole, usandole per la giusta ragione, piuttosto che per insultare o denigrare qualcuno, cosa che, sempre per la mamma, non serve a nulla. E ha aggiunto: "Quando nostra figlia incontra inevitabilmente parole che sono veramente inaccettabili, ad esempio insulti razzisti e altri termini dispregiativi, ci confortiamo sapendo che la sua conoscenza preesistente dell'impatto che le parole possono avere la aiuterà a capire più specificamente perché quei tipi di parole non hanno davvero posto per essere pronunciati”.