La strategia del “Junk Food” nei supermercati: di cosa si tratta

Nella maggior parte dei casi la tecnica più antica è la più efficiente, ma non è detto che sia anche la più salutare. Basta trovarsi alla cassa di un qualsiasi supermercato, per notare che gli scaffali sono pieni di prodotti denominati “Junk Food”, ovvero caramelle, chewing gum, cioccolatini, ecc ecc. La denominazione deriva dal fatto che per una strategia di marketing il cliente è “spinto” a comprare quel genere di prodotto.

Il tutto è dato anche dalla collocazione dei prodotti, ovvero alla cassa, l’unico posto che nessun acquirente può evitare in qualsiasi tipo di negozio. Lo studio condotto dall’Università della California ne conferma la strategia appena denominata, dopo aver esaminato un campione di 102 negozi, tra cui anche diverse catene, negozi indipendenti, e negozi di alimentari posizionati in 4 città diverse della California settentrionale.

Come emerge dalle modalità dello studio: “Nel febbraio 2021 sono state condotte valutazioni osservazionali di ciascun prodotto in fase di checkout utilizzando lo strumento Store CheckOUT. I prodotti sono stati classificati per categoria e salubrità, definiti rispettando gli standard di controllo salutare della Berkeley’s Healthy Checkout Ordinance: bevande non zuccherate e alimenti specifici contenenti ≤5 g di zucchero aggiunto e ≤200 mg di sodio per porzione”. I risultati della ricerca hanno evidenziato che su oltre 26mila referenze posizionate vicino alle casse, le categorie più comuni erano: caramelle (31%), gomme da masticare (18%), bevande zuccherate (11%), snack salati (9%), mentine (7%) e dolci (6%). Questo cosa vuol dire in parole povere? Che in California (ma non solo) vicino alle casse troviamo nel 70% dei casi junk food, ovvero cibi e bevande non salutari che dovremmo lasciare sugli scaffali.