1 uomo su 10 ha la sindrome del “pene curvo”, ma soffre in silenzio

A quanto riferisce un urologo del Texas, milioni di uomini negli Stati Uniti soffrono a causa del pene curvo, ma l’imbarazzo è così grande da impedirgli di chiedere aiuto.

Lo studioso, durante una recente apparizione sul Peter Attia Drive Podcast, ha lanciato un appello: “Questa popolazione, io la chiamo la popolazione che soffre in silenzio", ha detto il dottor Mohit Khera del Baylor College of Medicine.

Secondo la Mayo Clinic, la causa di questa inusuale forma è una malattia che si chiama Peyronie, che è una condizione non cancerosa e deriva dalla formazione di un tessuto cicatrizzante fibroso che si sviluppa sul membro, rendendo le erezioni curve e dolorose. Ogni lato del pene - continuano a spiegare gli esperti - ha un tubo spugnoso (corpo cavernoso) che contiene molti piccoli vasi sanguigni. Nel momento in cui si diventa “sessualmente eccitati”, il flusso di sangue a questa camera aumenta, causando il raddrizzamento del pene quando è rigido.

Nel caso della malattia di Peyronie, l’area cicatrizzata non si allunga, impedendo in questa maniera al pene di raggiungere lo stato eretto, causando oltre che l’insana forma anche un profondo dolore nel soggetto.

Si stima che fino al 7% / 9% degli uomini negli Stati Uniti, sia affetto da tale malattia. Tuttavia, le statistiche indicano che questo numero non può essere del tutto confermato, poiché molti soggetti affetti non hanno dichiarato tale condizione. In alcuni casi, la malattia si sviluppa con il tempo e si presenta come una condizione più comune agli uomini che raggiungono i 57 anni.

Questa condizione viene accompagnata anche da una condizione psicologica, poiché in molti uomini si sviluppa una forma di depressione: in uno studio del 2021 sul Journal of Men’s Health, viene evidenziato come la percentuale che soffra di depressione sia del 27%. Gli studi dimostrano che gli uomini sono sempre più silenziosi riguardo la loro malattia, quando invece gli esperti li spingono ad affrontare il problema, poiché il tempismo potrebbe cambiare di molto la situazione, soprattutto in un’ottica futura.