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Martin Scorsese: “I film sui supereroi hanno distrutto il cinema”

Il regista ha espresso un’opinione molto critica sull’industria cinematografica attuale e su come i grossi kolossal abbiano tolto spazio ai film d’autore

Martin Scorsese: “I film sui supereroi hanno distrutto il cinema”

Credits: Instagram @martinscorsese

27 Settembre 2023

Redazione 105

Martin Scorsese è sempre stato critico riguardo al successo e agli investimenti monstre sui blockbuster che fanno incetta di incassi e schizzano in vetta alla classifica dei film più visti al cinema. Un’opinione che ha ribadito ancora, intervistato in occasione dell’uscita di Killers of the Flower Moon, il suo ultimo film. Il regista ha infatti affrontato nuovamente il tema di come i film ad alto budget hanno modificato l’industria cinematografica. Ha sostenuto: “L’industria è finita, il mondo di cui facevo parte cinquant’anni fa non esiste più. Mi sento come un regista di film muti nel 1970”.

Il motivo è presto detto. I principali studi cinematografici preferiscono realizzare film più facili da commercializzare che hanno un potenziale per trasformarsi franchising e non hanno più interesse a supportare “voci individuali che esprimono i loro sentimenti e i loro pensieri personali con un budget elevato. Ora quel tipo di genere lì è stato incasellato in quello che chiamano indie”.

Tutto per far spazio a film che, a suo dire, non rappresentano più il cinema con tutti quegli effetti speciali: “È come se l’intelligenza artificiale realizzasse un film. Questo non significa che non ci siano registi incredibili e addetti agli effetti speciali che realizzano bellissime opere d’arte. Ma cosa significa? Cosa ti danno questi film, a parte un prodotto che poi eliminerai facilmente dalla tua mente dopo averlo visto? Allora, cosa ti danno?”. 

Martin Scorsese ha inoltre ricordato di aver lottato con Harvey Weinstein per spuntarla sulla durata e sul budget del suo Gangs of New York: “Mi sono reso conto che non avrei potuto lavorare se non avessi potuto più fare film in quel modo. Se non avessi potuto continuare a fare come ho sempre fatto, allora avrei dovuto smettere, perché i risultati non sarebbero stati soddisfacenti. A volte è stato estremamente difficile e non sarei sopravvissuto. E così ho deciso che era davvero finita”. Poi, però, si è battuto di nuovo per un altro film, The Departed: “Volevano che fosse un franchising. Non si trattava più di una questione morale di una persona che vive o muore”.

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