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La pigrizia è un tratto genetico? Cosa hanno scoperto i ricercatori

Lo studio condotto presso il National Institute of Mental Health di Washington ha individuato il ruolo chiave del gene D2 nella percezione del piacere

La pigrizia è un tratto genetico? Cosa hanno scoperto i ricercatori

Credits: Getty Images

31 Ottobre 2023

Redazione 105

L’idea che la pigrizia possa avere una base genetica è stata esaminata in uno studio condotto presso il National Institute of Mental Health di Washington. Il neuropsicologo Barry Richmond, responsabile della ricerca, ha identificato il gene D2 come un elemento chiave nella regolazione dell’area del cervello legata al piacere e alla soddisfazione connessa al lavoro. Il gene D2 controlla la produzione dei recettori della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nella percezione del piacere.

Gli esperimenti condotti sugli animali hanno dimostrato che bloccare il gene D2 interrompe il circuito tra il lavoro e la ricompensa, rendendo gli animali instancabili nel lavoro, ma anche patologicamente ossessionati dal compito. Tuttavia l’applicazione di una terapia genica simile agli esseri umani sembra improbabile, poiché ha prodotto comportamenti innaturali e patologici.

Nonostante ciò, la scoperta del gene D2 potrebbe essere utilizzata per comprendere meglio i meccanismi chimici del cervello che influenzano il comportamento, specialmente nei disturbi come la depressione, il comportamento ossessivo-compulsivo e la schizofrenia. Questi disturbi possono causare una mancanza di motivazione e stimoli e la ricerca potrebbe aiutare a sviluppare trattamenti mirati.

La situazione diventa ancor più complicata quando si parla dell’adolescenza, un periodo spesso associato alla “pigrizia cronica”. Studi hanno suggerito che il cervello dei giovani non è completamente maturo, influenzando la motivazione e il senso di gratificazione. Attribuire tutto alla biologia dell’età è però eccessivo, poiché l’ambiente, l’educazione e altri fattori sociali giocano un ruolo importante nella formazione del comportamento giovanile.

Un altro studio condotto su topi ha indicato che la predisposizione alla pigrizia può essere ereditata. Attraverso incroci selettivi, è stato possibile creare topi pigri o attivi, dimostrando che tali caratteristiche possono essere trasmesse geneticamente. È essenziale notare che il comportamento umano è estremamente complesso e influenzato da molti geni e fattori ambientali. La pigrizia e la motivazione non possono essere ridotte a una singola causa genetica. 

La ricerca sul gene D2 e sugli studi condotti su topi fornisce spunti interessanti ma non semplifica eccessivamente il quadro complesso del comportamento umano. Sebbene la predisposizione alla pigrizia possa essere ereditata, non implica necessariamente che si sia destinati a subirla inevitabilmente.

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