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Può uno spavento porre fine al singhiozzo? La risposta della scienza

C’è tutta una serie di ragioni per cui questo rimedio casalingo contro il singhiozzo potrebbe andare oltre l’effetto placebo

Può uno spavento porre fine al singhiozzo? La risposta della scienza

Credits: Getty Images

29 Dicembre 2023

Redazione 105

Quando arriva, nessuno può sfuggire al singhiozzo. Tanto divertente quanto fastidioso, questa ripetizione accelerata di spasmi nel diaframma è ancora fuori dal nostro controllo. È difficile trovare la chiave per fermarlo, tanto che i secoli hanno depositato in noi una sorta di credenza parallela alla scienza che riunisce i rimedi più disparati: se sorseggiare acqua a poco a poco e trattenerla, se trattenere il respiro, se aspettare che qualcuno ci faccia un bello spavento. 

La maggior parte delle cure popolari comuni sembra cercare di affrontare questo fenomeno in due modi: deviando le risorse del cervello lontano dai nervi responsabili di esso o interferendo/stimolando direttamente le parti del corpo coinvolte. Un’incertezza che è dovuta al fatto che, se il meccanismo che provoca il singhiozzo è ben compreso, il suo scopo rimane nebuloso. Succede quando una serie di spasmi ritmici nel diaframma provocano una contrazione rumorosa delle corde vocali e allora sorgono quei suoni caratteristici che tanto ci fanno ridere. 

Alcune cosiddette “cure” si concentrano sull’opzione di trattenere il respiro che interrompe il normale movimento del diaframma e allo stesso tempo aumenta il livello di anidride carbonica nel corpo. Questo può indurre il cervello a trascurare il mantenimento del singhiozzo e concentrarsi sulla questione urgente di riprendere l’apporto di ossigeno, secondo il Dipartimento di Otorinolaringoiatria del New York University Medical Center. 

Ma torniamo a ciò che di solito piace di più: lo spavento improvviso, che è un’opzione sempre gettonatissima. Del resto, quando sopportiamo il fastidio che il singhiozzo comporta, quale modo migliore per farlo se non divertirsi? Questo gesto, in grado di riattivare il modello di respirazione, fornisce contemporaneamente uno stimolo primario al sistema nervoso simpatico, che attiva la risposta allo stress di lotta o fuga. La domanda è: funziona davvero? Ad oggi non ci sono prove scientifiche solide, ma c’è una serie di ragioni per cui questo rimedio casalingo potrebbe andare oltre l’effetto placebo. 

A dar man forte a questa teoria c’è anche un caso clinico pubblicato sulla rivista Canadian Family Physician nel 2000 che, oltre a spiegare i motivi della sua efficacia, aggiunge anche un dettaglio più “piccante”. I ricercatori Aya Peleg e Roni Peleg hanno narrato il caso di un uomo di 40 anni che è improvvisamente guarito da un caso di singhiozzo che si trascinava da quattro giorni eiaculando durante il rapporto sessuale con la moglie. 

Gli autori hanno ipotizzato che la cura inaspettata abbia funzionato per lo stesso motivo della paura: “Un meccanismo simile a questo si verifica quando qualcuno è spaventato, teoricamente con conseguente stimolazione simpatica che potrebbe portare a una cessazione del singhiozzo”. Hanno concluso il rapporto aggiungendo un altro potenziale rimedio: “In circostanze in cui i rapporti sessuali con un partner non sono possibili, la masturbazione potrebbe essere testata come mezzo per fermare il singhiozzo intrattabile”.

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