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L'AI può leggerti nel pensiero: la nuova frontiera della tecnologia

“L'integrazione con ampi modelli linguistici sta aprendo anche nuove frontiere nelle neuroscienze e nell'intelligenza artificiale”

L'AI può leggerti nel pensiero: la nuova frontiera della tecnologia

Credits: Getty Images

02 Gennaio 2024

Redazione 105

Gli sviluppi tecnologici diventano ogni giorno più sorprendenti e con l’avvento dell’intelligenza artificiale non si sa più cosa aspettarsi dal futuro, perché oggi tutto sembra essere possibile. L’ultima frontiera dell’intelligenza artificiale riguarda i pensieri che conserviamo nella nostra mente: è stato presentato un sistema portatile che sarebbe in grado di leggere e tradurre ciò che pensiamo in parole. Se così fosse, sarebbe una vera e propria rivoluzione che cambierebbe drasticamente gli equilibri tra le persone.

I ricercatori hanno messo a punto un sistema non invasivo e portatile capace di leggere la mente dell’uomo: l’intelligenza artificiale, in questo caso, sarebbe in grado di leggere i pensieri e tradurli in parole. Il nuovo strumento è stato presentato per la prima volta dal team della GrapheneX-UTS Human-centric Artificial Intelligence Center dell'University of Technology Sydney, in Australia. Questa soluzione può agevolare la comunicazione per i soggetti con disabilità e permette un dialogo continuo tra uomo e macchina. Il progetto dell’università australiana è stato testato attraverso uno studio, condotto con l’aiuto di 29 partecipanti, ai quali è stato chiesto di leggere alcuni testi in silenzio mentre indossavano un casco speciale . Quest’ultimo è stato in grado di registrare l'attività elettrica cerebrale attraverso il cuoio capelluto. 

"Questa ricerca rappresenta uno sforzo pionieristico nella traduzione delle onde EEG grezze direttamente nel linguaggio, segnando un passo avanti significativo nel campo”. Questa la spiegazione del professor Chin-Teng Lin, direttore del Centro HAI GrapheneX-UTS, che ha seguito lo studio: “È la prima a incorporare tecniche di codifica discreta nel processo di traduzione dal cervello al testo, introducendo un approccio innovativo alla decodifica neurale. L'integrazione con ampi modelli linguistici sta aprendo anche nuove frontiere nelle neuroscienze e nell'intelligenza artificiale”, ha detto.

Il primo autore dello studio Yiqun Duan ha spiegato che il modello è più abile nell'associare i verbi che i sostantivi. “Tuttavia, quando si tratta di nomi, abbiamo notato una tendenza verso coppie di sinonimi piuttosto che traduzioni precise, come 'l'uomo' invece di 'l'autore' – ha spiegato - Pensiamo che questo avvenga perché, quando il cervello elabora queste parole, termini semanticamente simili potrebbero produrre modelli di onde cerebrali simili. Nonostante le sfide, il nostro modello produce risultati significativi, allineando le parole chiave e formando strutture di frasi simili”.

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