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Si rifiuta di restituire il pc aziendale: "Costa soldi e tempo"

“Ci sono forme più subdole di lavoro non retribuito: l'uso del nostro tempo, delle nostre capacità, doveri aggiuntivi che vengono assegnati in base al genere o al colore della pelle”

Si rifiuta di restituire il pc aziendale: "Costa soldi e tempo"

Credits: Getty Images

08 Gennaio 2024

Redazione 105

I social possono essere un luogo di riflessione su temi importanti che ogni giorno influenzano la nostra vita. È quello che è successo su TikTok a seguito del video pubblicato da Orlenda, una giovane utente che ha raccontato la sua esperienza di licenziamento. Nella clip, la donna focalizza la sua attenzione su un argomento molto dibattuto, ossia il lavoro non retribuito, facendo luce sui diversi aspetti. “Ci sono forme più subdole di lavoro non retribuito”, ha detto. 

La sua riflessione parte da un’esperienza personale che l’ha vista protagonista. Orlenda è stata licenziata dal suo vecchio lavoro e l’ultimo giorno si è portata a casa il pc aziendale. Quando si è accorta di essere ancora in possesso del computer, ha contattato la sua vecchia azienda per programmare il ritiro, ma ha ricevuto una risposta davvero inaspettata. L’ex datore di lavoro, infatti, le ha detto che si sarebbe dovuta occupare lei della consegna. “Mi hanno detto che da parte loro non organizzano mai il ritiro ma ho messo in chiaro che per me andare a spedirlo con UPS o Fedex sarebbe stato difficile, ha spiegato la donna, che vive in un piccolo paese dove non esistono punti di ritiro di questi due corrieri. “Cosa sarebbe successo se non li avessi contattati io per prima, mi chiedo? Non è possibile farlo nella piccola città in cui vivo e dovrei guidare per cinquanta minuti per inviarlo”.

Nonostante Orlenda abbia spiegato le sue motivazioni, il datore di lavoro non ha cambiato idea. “Nell'email mi è stato detto, allora, di chiamare UPS per cercare di organizzare il ritiro direttamente da casa mia, dato che loro non sapevano come farlo – ha continuato nel video - Io ho risposto, gentilmente, che non lo avrei fatto perché costa soldi, e non ho intenzione di pagare per le pratiche relative al mio licenziamento, e perché questo fa parte delle responsabilità dell'azienda in seguito all'interruzione del rapporto lavorativo, e non sono io a doverlo organizzare”.

A questo punto, la donna ha fatto una riflessione sul tema del lavoro non retribuito, sottolineando che esiste in varie forme che spesso passano inosservate. “Ci sono forme più subdole di lavoro non retribuito: l'uso del nostro tempo, delle nostre capacità, doveri aggiuntivi che vengono assegnati in base al genere o al colore della pelle, per esempio organizzare una festa in ufficio perché sei donna, o spiegare la storia del nostro Paese a causa della nostra provenienza”. Poi la riflessione finale, per spingere i suoi followers a chiedersi sempre se vengono riconosciuti i loro sforzi: “Vi sfido a pensare, in ogni situazione: ‘perché io?’”

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