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Credits: Getty Images
13 Maggio 2024
Redazione 105
Invecchiare è solo una questione di numeri? Secondo un recente studio, la risposta è no. La percezione della vecchiaia è infatti relativa e cambia nel tempo, spostando sempre più avanti la soglia che divide l'età adulta dalla terza età.
Lo studio, condotto da ricercatori delle Università di Berlino, Lussemburgo e Stanford, ha analizzato le risposte di 14.000 persone in un arco di 12 anni. I risultati mostrano che la definizione di "anziano" è influenzata da fattori socio-culturali e dall'aspettativa di vita.
I boomer (nati tra il 1946 e il 1964) si considerano anziani mediamente a 74 anni, mentre per chi è nato nel 1911 la soglia era di 71 anni. Questo significa che la percezione della vecchiaia si sposta di circa un anno ogni 4-5 anni.
Diverse ragioni spiegano questo fenomeno:
Le differenze individuali contano: chi si sente più in forma e attivo tende a percepirsi più giovane. Al contrario, chi soffre di malattie croniche o è meno solo tende ad anticipare l'inizio della vecchiaia. Le donne in media si sentono anziane 2,4 anni dopo rispetto agli uomini.
In conclusione, la vecchiaia non è un'età fissa, ma un costrutto sociale in continua evoluzione. Con l'aumento dell'aspettativa di vita e il miglioramento della qualità della vita, la linea di confine tra età adulta e terza età si sposta sempre più avanti, sfidando le definizioni tradizionali e aprendo nuove prospettive per un invecchiamento attivo e positivo.