Cos’è la notriphobia, ossia la paura di non viaggiare

La chiamano "notriphobia". Un termine che a prima vista può sembrare vago, ma in realtà basta scomporlo per comprenderne il significato: no-trip e phobia, che suona più o meno come la paura di non viaggiare o, meglio, la paura di non avere un viaggio in programma.

Non è un caso che ne parliamo adesso: l'argomento principale degli ultimi giorni di primavera è, infatti, la prenotazione delle vacanze estive. Secondo quanto riportato dall'Osservatorio Summer Trends di PiratinViaggio, piattaforma online dedicata alle offerte turistiche, il 40% degli italiani soffre di questo tipo di ansia e con un'incidenza che sale al 53% nella Generazione Z. In Italia, quindi, solo il 6% dei viaggiatori si rivolge a soluzioni last minute, e sono gli stessi che vogliono eliminare la notriphobia.

La notriphobia si intensifica con l’arrivo della stagione estiva, periodo in cui le ferie si avvicinano e si presenta l’opportunità di dedicarsi al riposo e alla scoperta di nuove destinazioni. Secondo diversi studi di psicologia, la notriphobia si manifesta quando l’individuo si confronta con la realtà, scoprendo che non ci sono ancora viaggi prenotati. E nella speranza di trovare offerte convenienti, molte persone tendono a rimandare la prenotazione alimentando così un circolo vizioso di ansia e inquietudine. 

Per quanto abbondino i meme sui social e sia venduto un sacco di merchandising che riporta questa parola come condizione su cui sorridere, questo comportamento spesso porta all’effetto contrario, con l’esaurimento dei posti disponibili. La notriphobia, quindi, si radica nella paura di trascorrere periodi prolungati, come l’estate, negli stessi luoghi abituali, senza la possibilità di viaggiare.