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Credits: Getty Images
27 Giugno 2024
Redazione 105
Un vino “invecchiato” più di 2.000 anni è stato ritrovato ancora allo stato liquido in un’urna funeraria scoperta nel 2019 durante i lavori di ristrutturazione di una casa a Carmona, in Spagna. Insieme al liquido, sono stati rinvenuti un anello e i resti di un antico romano e della sua famiglia.
Il contenuto è stato analizzato dagli scienziati dell’Università di Cordova in uno studio pubblicato di recente sul Journal of Archaeological Science: Reports.
L'autore principale della ricerca, José Rafael Ruiz Arrebola, ha detto alla CNN che la scoperta ha destato inizialmente molta sorpresa nei ricercatori, perché il vino normalmente evapora rapidamente ed è chimicamente instabile. “Ciò significa che è quasi impossibile trovare ciò che abbiamo trovato", ha detto, sottolineando che il liquido era stato conservato da un sigillo ermetico che ne impediva l'evaporazione.
Una serie di analisi chimiche hanno escluso che il liquido rossastro potesse essere il risultato di sversamenti o processi di condensazione. Sono infatti stati rinvenuti, al suo interno, sette polifenoli presenti anche in vini andalusi moderni. Non c’è traccia invece di acido siringico, il che lascia supporre che in passato fosse bianco e che abbia cambiato colore nel tempo.
Non è facile capire l’origine geografica: si può ipotizzare, indicativamente, che possa risalire al territorio che apparteneva all’antica provincia di Bética, perché alcuni sali minerali rintracciati al suo interno corrispondono a quelli di alcuni vini bianchi prodotti attualmente in quell’area.
Il vino è, a tutti gli effetti, il più antico del mondo: risalendo infatti al primo secolo dopo Cristo, “scavalca” la bottiglia di vino di Spira dissotterrata in Germania da una tomba romana nel 1867 e risalente al quarto secolo dopo Cristo.