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30 Luglio 2024
Redazione 105
Storicamente per “effetto placebo” si intende il miglioramento che si verifica in alcuni pazienti che ritengono di stare assumendo un farmaco, ma in realtà stanno solo prendendo sostanze senza alcun effetto curativo. Inizialmente questo termine veniva usato come qualcosa di negativo, un inganno per il paziente; mentre negli ultimi anni è diventato oggetto di studio da parte di molti ricercatori che hanno iniziato a considerarlo un utile strumento di cura.
Attualmente però si è scoperto che possono avere un effetto placebo anche le parole, quindi non necessariamente finti farmaci. Alcune parole infatti possono accendere delle aree del cervello in grado di produrre gli stessi effetti di sostanze simili agli oppiodi. Ancora una volta quindi il nostro cervello ci stupisce e ci sorprende, d’altronde è l’organo più misterioso che abbiamo, di cui ancora oggi gli scienziati fanno ricerche per saperne sempre di più.
Il neurofisiologo Fabrizio Benedetti ha pubblicato uno studio chiamato Placebo Effects e un libro intitolato La speranza è un farmaco, facendosi così promotore di questa ricerca. Tramite una risonanza magnetica ha scoperto che le parole sono in grado di riaccendere la speranza del paziente che sembra essere sotto morfina o cannabis. Prova infatti un forte sollievo senza aver assunto nulla.
Il ricercatore afferma “Tutto ciò avviene dunque nel cervello umano, dove un insieme di molecole costituisce una vera e propria farmacia interna attivata dalla relazione fra individui. Se io ho fiducia in te e spero di stare meglio, il mio cervello inizia a produrre antidolorifici naturali e il dolore diminuisce“. Dunque come disse il poeta e il critico Samuel T. Coleridge, “Il miglior medico è quello che sa infondere speranza”.