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Si chiama Mytho ed è il gene anti invecchiamento

Un recente studio ha identificato quello che a tutti gli effetti potrebbe essere il gene anti età: si chiama Mytho e funziona così

Si chiama Mytho ed è il gene anti invecchiamento

Credits: Getty Images

05 Agosto 2024

Redazione 105

L’elisir di lunga vita? Vale solo per chi crede alle favole. Oggi, un team di ricerca internazionale ha identificato e caratterizzato un nuovo gene che controlla l'invecchiamento cellulare e la longevità. Ebbene sì: il gene in questione si chiama Mytho e potrebbe porre una pietra miliare verso la corsa all’anti invecchiamento e all’anti età.

L'identificazione di questo nuovo gene è stata possibile grazie alla direzione del Prof. Marco Sandri del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Padova e Principal Investigator dell'Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM), con Eva Trevisson, genetista del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell'Università di Padova, e a nove anni di lavoro tra ricercatori italiani e di fama internazionale.

Co-autrice principale, insieme alla Dott.ssa Valeria Morbidoni, la Dott.ssa Anais Franco Romero, che così ha spiegato il lavoro e i suoi risultati: "Il lavoro è iniziato con una ricerca informatica per identificare geni potenziali, ancora sconosciuti, nel genoma umano che potrebbero essere rilevanti per i meccanismi che controllano la qualità delle proteine e degli organelli. Tra i vari candidati, il team si è concentrato su un gene che si distingue per essere estremamente conservato tra diverse specie animali, dagli umani ai vermi, chiamato proteina MYTHO (Macroautophagy and YouTH Optimizer)".

Attraverso esperimenti di manipolazione genetica, il gruppo ha dimostrato che l'inibizione di questa proteina causa una senescenza cellulare precoce quando le cellule smettono di replicarsi, accorciando così la durata della vita del modello animale Caenorhabditis Elegans, mentre la sua attivazione migliora la qualità della vita e mantiene un invecchiamento sano. Caratterizzando anche i meccanismi molecolari, lo studio ha scoperto che questo gene regola l'autofagia, che rimuove proteine e organelli danneggiati, migliorando l'omeostasi cellulare.

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