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07 Agosto 2024
Redazione 105
“Ci penso davvero, due o tre volte a settimana: famme scappà via. Non è un problema solo mio, conosco tanti amici che stanno valutando concretamente di andarsene da Roma”. Se a pronunciare queste parole è un simbolo di romanità come Carlo Verdone, forse c’è da preoccuparsi. L’attore si è sfogato in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, parlando di una situazione diventata insostenibile: “Il caldo rende ancora più invivibile una città così complicata. Ma il declino di questa città non è stagionale, è costante”.
Una città, spiega Verdone, imbottita di traffico e cantieri “infiniti”: “Abbiamo tutti paura che si possano allungare oltre misura. Allora no, diventerebbe l’ennesimo guaio”. Il tutto è infatti aggravato da quello che l’attore definisce un “sistema burocratico spaventoso”: “Qualche anno fa” – racconta – “un fulmine colpì la statua di Garibaldi al Gianicolo, non so quanti anni ci sono voluti per rimetterla a posto, per tutto quel tempo lì non si poteva più girare una scena”.
In un’altra intervista, concessa a Repubblica, l’attore, senza troppi giri di parole, definiva Roma “il bagno a cielo aperto di un autogrill”, sollevando il problema dei gabinetti pubblici. Al Fatto Quotidiano racconta: “Dalla mia finestra vedo ragazzi, ubriaconi – romani e turisti – che si nascondono dietro macchine, statue, alberi. Ogni volta che torni a casa, ti devi controllare le suole delle scarpe. È indecoroso, impensabile per le capitali europee “normali”. C’è un concorso di colpa, è chiaro: c’entra pure il senso civico delle persone. Ma cara amministrazione, che ci vuole a mettere dei vespasiani?”.
E ancora gabbiani, piccioni, ormai padroni di una città sempre più sporca e abbandonata a sé stessa: “Non vogliamo ammazzarli, poveracci, ma arrivano in gruppo, dieci alla volta, non hanno più paura di nulla; stanno massacrando i nostri balconi. Roma è sporca da troppo tempo e questa è la conseguenza”.
Verdone sottolinea che per lui non è facile parlare così della sua città, ma ritiene che sia ingiusto trattare la propria “casa” in modo così irrispettoso. “Quando una casa è tenuta bene, quando ci entri stai attento, cammini in un certo modo, ti siedi composto, fumi fuori dalla finestra. Mostri attenzione. Quando una casa è trascurata, invece, ognuno si sente in diritto di trattarla male”.