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Il “pezzotto” diventa un neologismo riconosciuto dalla Treccani

Ormai si tratta di un termine diffusissimo, in particolare per riferirsi al decoder utilizzato per accedere illegalmente a canali televisivi a pagamento

Il “pezzotto” diventa un neologismo riconosciuto dalla Treccani

Credits: Getty Images

03 Ottobre 2024

Redazione 105

La parola “pezzotto” è entrata nel vocabolario ufficiale della Treccani, talmente viene ormai frequentemente usata nel contesto della contraffazione e dell’illegalità. Originariamente un termine del dialetto napoletano, il “pezzotto” ha subìto un’evoluzione semantica che lo ha visto trasformarsi da un semplice riferimento a oggetti come zeppe di legno o toppe a un sinonimo di tutto ciò che è falsificato o imitato, in particolare nel campo delle tecnologie di accesso ai contenuti.

Al giorno d’oggi in particolare ci si riferisce con la parola “pezzotto” al decoder utilizzato per accedere illegalmente a canali televisivi a pagamento. La diffusione di questo termine, che ha trovato posto anche nel gergo giovanile, è stata alimentata da un impiego sempre più comune nei media e nelle discussioni pubbliche riguardanti la pirateria televisiva. Anche molte testate giornalistiche hanno iniziato a usare “pezzotto” per descrivere operazioni di polizia contro gli abbonamenti illegali e i rischi che ne derivano.

Seppur sia entrata nel gergo corrente di recente, il termine “pezzotto” ha una lunga storia legata all’illegalità, risalente a oltre trent’anni fa, quando si riferiva a veicoli rubati con numeri di telaio alterati. Negli anni, il significato si è ampliato per includere vari beni contraffatti, dai supporti audio e video a prodotti tecnologici. La radice di questa terminologia sta nel linguaggio della malavita, ma è diventata parte del lessico quotidiano, specialmente tra i giovani. L’Accademia della Crusca ha confermato che il termine ha guadagnato popolarità grazie alla sua capacità di esprimere l’idea di falsità in modo immediato. Non sorprende quindi che “pezzotto” sia ora ufficialmente riconosciuto come un neologismo significativo nell’italiano contemporaneo.

Oltre a questa novità del “pezzotto” nella Treccani, ci sono anche le novità dal punto di vista normativo. Ci si è infatti orientati verso un inasprimento delle pene contro la pirateria, comprese sanzioni più severe per coloro che usano il “pezzotto”. 

Secondo l’art. 171-octies della legge n. 633/41, chi produce, vende o utilizza il "pezzotto" rischia:

  • una multa da 2.582 euro a 25.822 euro;
  • la pena della reclusione da 6 mesi a 3 anni.

L'art. 174-ter, invece, stabilisce che chi guarda contenuti pirata rischia:

  • una sanzione amministrativa di euro 154, fino a 5.000 euro in caso di recidiva.
  • previste anche la confisca degli strumenti e, per i fornitori di rete che non segnalano illeciti, il rischio di un anno di reclusione

La guerra contro lo streaming illegale si fa sempre più intensa, e il "pezzotto" ne è il simbolo più riconoscibile.

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