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Alessandro Barbero non sarà più docente: “Non voglio sprecare tempo”
“Ormai studiosi e ricercatori sono diventati capi ufficio”
Alessandro Barbero è il divulgatore di Storia più amato d’Italia, anche grazie ai podcast e ai video sui social. In origine, però, è anche un docente dell’Università del Piemonte Orientale, ma ormai dobbiamo parlare al passato perché ha annunciato il suo pensionamento dopo 40 anni passati a insegnare Storia medievale. Una scelta non motivata dalla volontà di riposarsi, quanto per criticare la crescente burocratizzazione del mestiere che sempre di più lo stava allontanando dalla ricerca e dall’insegnamento.
Barbero ha spiegato la sua decisione in un’intervista a La Stampa in cui ha affermato: “Ormai studiosi e ricercatori sono diventati capi ufficio”. Qualcosa che a lui non va giù, proprio perché troppo distante dall’essere un professore. Ha poi parlato del fatto che i giovani di oggi soffrono di maggiori fragilità e incertezze, a causa di un futuro non proprio roseo. Tuttavia ha voluto smentire il preconcetto che i laureati in discipline umanistiche rimangano tutti disoccupati, anche se gran parte delle possibilità lavorative è limitata all’insegnamento.
Ma per chi lo segue come divulgatore, niente paura: continuerà ad esserlo come ha dichiarato: “Il destino mi ha riservato la fortuna di trovare attività gratificanti anche al di fuori dell’Università”. Tutto è iniziato proprio all’ateneo, quando alcuni studenti sono rimasti affascinati da una sua lezione cui ribaltava l’idea comune che si ha del Medioevo come di un periodo cupo. Secondo Barbero, infatti, si tratta di un’epoca molto dinamica. E così gli proposero di pubblicare in un podcast le sue lezioni più coinvolgenti dove raccontava la Storia a modo suo rendendola avvincente e piena di curiosità.
Un “secondo lavoro” che gli permette di andare in pensione con meno sofferenza: “Dopo 40 anni nei quali ho orgogliosamente insegnato Storia medievale, mi sono accorto che il lavoro di docente è diventato inutilmente più gravoso a causa della burocratizzazione del mestiere. Non voglio provare l’ansia di sprecare il mio tempo in attività che non sono quelle per le quali mi sono formato e siccome sono sufficientemente vecchio per ricordare un periodo in cui le cose funzionavano in modo diverso, credo sia il momento di lasciare”.