Pandolfi piange per i commenti a “Il ragazzo dai pantaloni rosa”

Il ragazzo dai pantaloni rosa, uscito in questi giorni al cinema, sta emozionando tutti, nessuno escluso. Anche chi quel film lo ha recitato, come Claudia Pandolfi che ha interpretato Teresa Manes, la mamma di Andrea Spezzacatena, il ragazzo morto suicida nel 2012 a 15 anni dopo essere stato vittima di bullismo. E la sua reazione è diventata virale. A postarla è stata lei stessa in un video caricato su Instagram dove appare visibilmente scossa e con il volto rigato dalle lacrime per ringraziare tutte le persone che le hanno mostrato gratitudine per questa pellicola. 

Nella didascalia del filmato si legge: “Non cito nessuno, ma ringrazio chiunque abbia dentro ancora un po’ d’amore”. All’interno del video, l’attrice afferma: “Non ho mai parlato direttamente in questa maniera alle persone che mi seguono sui social. C’è sempre stato un bel distacco da parte mia. Ma sto leggendo così tanti messaggi da parte vostra, voi che siete andati a vedere ‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’, e sto leggendo così tanta gratitudine”.

Poi aggiunge: “Insomma, mi dispiace. Mi dispiace che accadano cose così sgradevoli, mi dispiace che abbiate dovuto affrontare tanto dolore nella vita. Piango perché, sì. Ho tanti dubbi, mi dispiace. Grazie per quello che scrivete”. Come detto, la Pandolfi non fa esempi di messaggi che ha ricevuto, ma a quanto pare tanti – ragazzi, ragazze, mamme, papà – sono rimasti toccati dal messaggio del film o si sono rivisti nella storia che racconta. 

Non è la prima volta che l’attrice si sbilancia in tal senso. Già nel corso di un’intervista a Vanity Fair, infatti, aveva parlato del bullismo e della pellicola in cui avrebbe recitato. All’epoca aveva asserito come Il ragazzo dai pantaloni rosa andrebbe fatto vedere a tutti per far sì che episodi del genere non accadano nuovamente: “Questo film lo farò vedere anche al più piccolo dei miei figli e dovrebbero vederlo anche i genitori, anzi andrebbe aggiunto al corso pre-parto. Bisognerebbe capire subito cosa può succedere. Raccontare la storia di Andrea è un dovere”.

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