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Credits: Getty Images
27 Novembre 2024
Redazione 105
Hugh Grant si racconta a Vanity Fair. L’attore è divenuto popolare con il suo ruolo da protagonista in varie commedie romantiche, ma sostiene che gli spettatori si affezionino di più ai cattivi. Ha infatti spiegato: “Il pubblico, per qualche motivo, è sempre attratto dal cattivo ragazzo, il che è affascinante. Deve voler dire che come esseri umani siamo fondamentalmente malvagi. L’antagonista, il cattivo, rappresenta la verità autentica dell’esperienza umana”.
Grant è il primo a fare autocritica quando parla del suo periodo come protagonista romantico. Definisce infatti “terribilmente stanco” il suo personaggio in Love Actually. La moglie, Anna Eberstein, ha fatto notare che il film è piuttosto cupo. E Grant le fa eco: “È incentrato tutto sul dolore e sul tipo migliore di umorismo britannico: quello che affronta il dolore”.
Non che con il proprietario della libreria in Notting Hill le cose migliorino, a suo dire. “Ogni volta che faccio zapping a casa dopo qualche drink e salta fuori questo film, penso solo: perché il mio personaggio non ha gli attributi? Penso che sia davvero spregevole”. Ma non è finita qui, perché per quanto riguarda la sua rivalità con il co-protagonista del Diario di Bridget Jones, Colin Firth, ha affermato: “Colin è molto debole. È praticamente un mezzo mollusco”.
Per i due è stato molto più facile combattere nel film originale del 2001 che nel suo sequel del 2004. “Siamo rimasti entrambi con la schiena bloccata” ha rivelato Grant a proposito delle riprese di Che pasticcio, Bridget Jones! “È stato necessario chiamare sul set un chiropratico”.
Quanto ai personaggi di Grant in The Undoing e Heretic, si distinguono solo perché lasciano affiorare il loro male interiore. E su questo Grant ha chiosato: “C’è sempre una triste gelatina da qualche parte dentro di noi. C’è una psicosi, un dolore, qualcosa. Il nostro comportamento sono gli strati in cui ci avvolgiamo per proteggere quella gelatina”.