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Pensioni 2025: assegni più bassi e novità sulla rivalutazione

Con la rivalutazione all’1,6%, gli assegni pensionistici del 2025 saranno più leggeri rispetto al 2024. Ecco cosa cambia per lavoratori e pensionati

Pensioni 2025: assegni più bassi e novità sulla rivalutazione

Credits: Getty Images

29 Novembre 2024

Redazione 105

Chi andrà in pensione nel 2025 si troverà a fare i conti con un assegno più basso rispetto al 2024. La rivalutazione prevista sarà infatti solo dell’1,6%, molto inferiore al 5,4% applicato quest’anno. Questo cambiamento riflette il calo dell’inflazione, ma avrà un impatto significativo sui futuri pensionati.

Un esempio concreto

Per un lavoratore di 67 anni con un montante contributivo di 400.000 euro, l’assegno pensionistico scenderà da 22.892 euro annui nel 2024 a 22.432 euro annui nel 2025, con una perdita di 460 euro all’anno, pari a circa 35 euro al mese.

La rivalutazione delle pensioni: come funziona?

La rivalutazione delle pensioni, o perequazione automatica, adegua gli importi all’inflazione per preservare il potere d’acquisto. Tuttavia, l’indicizzazione è differenziata:

  • Pensioni fino a 4 volte il minimo INPS (circa 2.100 euro lordi): rivalutazione completa all’1,6%.
  • Pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (2.100-2.600 euro): rivalutazione al 90%, cioè all’1,44%.
  • Pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (2.600-3.100 euro): rivalutazione al 75%, pari all’1,2%.
  • Pensioni oltre 6 volte il minimo (oltre 3.100 euro): rivalutazione ridotta al 50%, ovvero 0,8%.

Le pensioni minime, già aumentate nel 2024 grazie a interventi straordinari, potrebbero subire ulteriori modifiche con la prossima legge di bilancio. Al momento, il valore stimato per il 2025 è di 625,83 euro, ma potrebbe salire fino a 650 euro, se ci saranno risorse disponibili.

Come sono cambiate le pensioni negli anni?

Nel lungo periodo, il valore degli assegni pensionistici si è ridotto. Per un lavoratore con 400.000 euro di contributi, la pensione annua era di 24.544 euro nel 2009. Nel 2025, sarà di 22.432 euro, con una perdita complessiva di oltre 2.100 euro annui.

Riduzione dei coefficienti e prospettive future

La riduzione dei coefficienti di trasformazione aggrava il problema, specialmente al Sud, dove il numero di pensioni supera quello degli stipendi regolari. Secondo le stime, entro il 2028 ci saranno quasi tre milioni di nuovi pensionati, concentrati perlopiù al Centro-Nord. Questo scenario rischia di appesantire ulteriormente il sistema previdenziale.

Il 2025 porterà pensioni più basse e una rivalutazione meno generosa rispetto al 2024. Per i pensionati, resta fondamentale seguire le evoluzioni della legge di bilancio e valutare come i cambiamenti impatteranno sul proprio assegno.

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