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09 Dicembre 2024
Redazione 105
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) è in stato di massima allerta sanitaria dopo l’individuazione di un focolaio di una malattia non diagnosticata che ha causato, fino al 4 dicembre 2024, 30 decessi ufficiali e quasi 400 contagi. Secondo quanto emerge dall’indagine del Corriere della Sera, la malattia, i cui sintomi principali includono febbre, tosse e dolori muscolari, è stata rilevata nella remota provincia di Kwango, un’area già gravemente colpita da problemi sanitari e malnutrizione diffusa.
I primi casi sono stati notificati il 24 ottobre e l’OMS è stata informata il 29 novembre. Le zone sanitarie più colpite, tra cui Panzi, sono isolate e difficili da raggiungere, complicando ulteriormente gli sforzi per arginare la diffusione. La malattia colpisce prevalentemente i nuclei familiari, con una letalità del 7,6%, e i bambini sotto i 15 anni rappresentano il 63% dei casi e l’81% dei decessi.
Secondo l’OMS, al momento si tratta di una malattia non diagnosticata, piuttosto che sconosciuta. Sono in corso test di laboratorio per identificare possibili patogeni, inclusi influenza stagionale, COVID-19, malaria e morbillo. I risultati, attesi nei prossimi giorni dai laboratori di Kikwit, potrebbero rivelare se il focolaio coinvolge più patologie contemporaneamente.
La provincia di Kwango confina con l’Angola, ma al momento non sono stati segnalati casi nel Paese vicino. Tuttavia, il rischio di diffusione oltre confine rimane una preoccupazione.
Il governo congolese, con il supporto dell’OMS e di altre organizzazioni, ha inviato un team di risposta rapida per raccogliere campioni, rafforzare la sorveglianza e sensibilizzare la comunità. Tuttavia, le difficoltà logistiche, la carenza di personale qualificato e la mancanza di risorse mediche ostacolano le operazioni.
Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’OMS per l’Africa, ha dichiarato: “La priorità è identificare rapidamente la causa della malattia e garantire una risposta efficace alle comunità colpite.”
Con misure come il lavaggio delle mani, la limitazione degli assembramenti e la ricerca attiva dei casi, si punta a contenere il contagio mentre si attendono risposte definitive dalle analisi in corso.