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Pescivendola di Casoria: TikTok bloccato dopo il servizio de Le Iene

L’intervento del programma televisivo, con l’attivista Enrico Rizzi, scatena polemiche sui social: il profilo bloccato e il dibattito sui diritti degli animali

Pescivendola di Casoria: TikTok bloccato dopo il servizio de Le Iene

credits: Getty Images

13 Dicembre 2024

Redazione 105

Un episodio al confine tra social media, diritti degli animali e business locale ha coinvolto Carmela e Luigi Febbraro, titolari di una pescheria a Casoria. La coppia, nota sui social come "La pescivendola di Casoria", aveva raggiunto una notevole popolarità su TikTok con un profilo che vantava 260.000 follower e oltre 10 milioni di visualizzazioni. Tuttavia, tutto è cambiato dopo un servizio realizzato dal programma televisivo “Le Iene”, che ha portato al blocco del loro account.

L’intervento de “Le Iene” e il caos in pescheria

Il 10 febbraio, la pescheria è stata visitata dalla troupe de Le Iene e dall’attivista per i diritti degli animali Enrico Rizzi, con l’obiettivo di verificare le condizioni degli animali esposti. Secondo quanto raccontato dal titolare della pescheria Luigi Febbraro, la situazione si è fatta caotica al punto da richiedere l’intervento dei carabinieri, che lui stesso ha chiamato per riportare l’ordine.

In un video pubblicato su un nuovo profilo TikTok, Luigi ha difeso le proprie attività, respingendo le accuse di maltrattamento degli animali e attribuendo il blocco dell’account a presunti "fastidi" provocati da chi non condivideva i loro contenuti.

Reazioni e polemiche sui social

L’attivista Enrico Rizzi ha espresso soddisfazione per il blocco dell’account, sostenendo che questo provvedimento sia il risultato della violazione delle normative di TikTok contro i contenuti considerati violenti verso gli animali. Rizzi, noto per il suo approccio di “tolleranza zero”, ha ribadito che il rispetto della vita degli esseri viventi è una priorità non negoziabile.

Il dibattito tra social e attività commerciali

La vicenda ha scatenato un acceso dibattito sui social riguardo alla rappresentazione delle attività commerciali che coinvolgono animali. Molti utenti si chiedono dove finisce la libertà di mostrare il proprio lavoro e dove iniziano i limiti imposti dalle piattaforme per tutelare la sensibilità del pubblico e i diritti degli animali.

Carmela e Luigi Febbraro, intanto, continuano a difendersi e cercano di ripristinare il legame con i loro follower. La loro storia rappresenta un esempio significativo di come il mondo dei social media possa influenzare le realtà locali, generando tensioni, dibattiti e conseguenze concrete.

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