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Credits: Instagram @paoloconticini
24 Dicembre 2024
Redazione 105
Paolo Conticini è stato protagonista di un’intervista a Vanity Fair in cui si è definito fiero di quello che ha realizzato durante la sua carriera. Ha riflettuto: “Certe volte mi chiedo come sarebbe andata se avessi preso quell’altra strada o avessi dato quell’altra risposta, ma alla fine penso che sia necessario essere consapevoli delle proprie capacità e dirsi soddisfatti di quello che si è fatto”.
Nel suo racconto parte da quando era bambino: “Ero sempre alla ricerca sempre di qualcosa, una caratteristica che penso di avere ancora oggi. Quando sei piccolo puoi permetterti di saltare di qua e di là, di cercare, di fare, mentre quando diventi più grande le scelte si fanno più impegnative così come i doveri che ti impongono la strada da seguire. Scoprire cose nuove, però, penso che sia qualcosa di molto bello”. Da piccolo cercava “l’indipendenza dalla mia famiglia, che è sempre stato un obiettivo da raggiungere: sognavo di avere una casa, una macchina e una famiglia mia. Volevo camminare da solo”. Qualcosa, però, che ha raggiunto solo di recente nonostante stia per compiere 56 anni.
Il motivo? “Il mio lavoro è ondivago: oggi conquisti qualcosa e domani non si sa, ed è per questo che non conviene mai abbassare la guardia. In uno spettacolo teatrale dicevo che il mio mestiere è quello del perenne disoccupato, ma, se ci penso, è anche il suo bello, perché ti porta sempre a ricercare e a conquistare cose nuove. Intorno ai 30 anni quasi mi imbarazzavo a dire che facevo l’attore: i contratti grossi stentavano ad arrivare e questo mi ha portato a valutare altre strade, come aprire un locale o inventarmi qualcos’altro. Poi, però, le cose si sono rimesse a posto e ho continuato a fare il mio”.
Ha capito di voler esibirsi già da piccolo: “Mi capitava di mettere un mattone davanti al bar vicino casa mia e di appoggiarci sopra una tavoletta di legno per saltarci sopra con la bicicletta. Tutti mi guardavano, e io mi sentivo bene”. Tuttavia, nonostante sognasse di essere visto, a volte sognava anche di essere invisibile: “Quando, per esempio, ti fermano per strada e devi sforzarti di essere disponibile e sorridente anche quando c’è qualcosa che ti turba. Da una parte mi comporta fatica, ma dall’altra mi gratifica perché quando ti fanno i complimenti per strada e ti riconoscono vuol dire che hai fatto e stai facendo bene”.
Da oltre 30 anni è legato a Giada, ma insieme non hanno avuto figli. Una domanda che gli pongono spesso e a cui non ha problemi a rispondere. “Non ho avvertito un senso di mancanza per il semplice fatto che i figli, se devono venire, vengono. Credo che sia una cosa naturale. A noi non è successo”. La solitudine, però, lo “spaventa da morire, e con il passare degli anni mi spaventa ancora di più. In particolare non poter condividere con le persone che ho affianco le soddisfazioni, le paure e i pensieri. Forse c’entra anche non avere figli”.