Chiamano il figlio Lucifero: genitori sommersi dalle critiche

Una coppia di Redcar, nel North Yorkshire, è stata recentemente inondata dalle critiche per aver deciso di chiamare il figlio Lucifer.

Jess Bell, di 25 anni, e Stefan Wake, di 27,  hanno scelto questo nome perché entrambi appassionati dell’omonima serie Netflix : "Il nome in realtà significa "portatore di luce", hanno detto a The Northern Echo. Nonostante le buone intenzioni, i due hanno ricevuto una valanga di insulti dopo che l’ospedale ha inserito il loro bambino in un post dedicato ai nati il primo giorno del 2025. Stefan ha spiegato: “Abbiamo amato la serie tv e, quando Jess è rimasta incinta, abbiamo deciso che Lucifer sarebbe stato il nome. La serie ci ha spinti a indagare sulla storia di Lucifer e abbiamo scoperto che la Bibbia dice che era un angelo amato, disilluso da Dio dopo aver visitato la Terra e visto tutte le sofferenze, le guerre e le malattie. Questo ci ha reso ancora più certi che il nome non avesse davvero associazioni negative, non è come se lo avessimo chiamato Satana”.

Per una strana coincidenza il piccolo è nato nella sala parto numero 6, poi insieme alla mamma è stato trasferito sul letto numero 6 nella stanza numero 6 del James Cook University Hospital di Middlesbrough.

Le offese erano rivolte sia al primo nome, Lucifer appunto, che al secondo, Gary, scelto per ricordare uno zio di Jess defunto.

“Abbiamo ricevuto molti insulti online da persone che dicevano cose terribili. Qualcuno ha persino criticato il suo secondo nome che è Gary in onore di mio zio, morto da bambino. Entrambi i nomi significano molto per noi ed è ingiusto che le persone ci giudichino”, ha detto Bell.  E ha aggiunto: “Sono stati soprattutto i più anziani a dirci ‘non potete chiamarlo così, come starà quando andrà a scuola?’, ma noi siamo genitori normali e amorevoli, e certamente non abbiamo alcun interesse ad associare nostro figlio al diavolo, non è questo il punto. Il nome è bellissimo e significa ‘portatore di luce’, che è esattamente quello che ha fatto per le nostre vite”.