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Credits: Getty Images
23 Gennaio 2025
Redazione 105
Affrontare la perdita di una persona cara è un momento complesso, non solo per i familiari, ma anche per il personale sanitario che accompagna i pazienti negli ultimi giorni. Julie McFadden, infermiera di terapia intensiva in California, ha dedicato anni della sua carriera a supportare i malati terminali. Oggi, attraverso i social media e il podcast Disruptors di Rob Moore, Julie condivide i rimpianti più frequenti che ha ascoltato dai suoi pazienti, trasformando queste esperienze in preziose lezioni di vita.
Secondo Julie, tra i rimpianti più comuni c’è il desiderio di non aver dato abbastanza importanza alla salute e il rimpianto di non aver apprezzato le piccole gioie quotidiane, come una passeggiata, il tempo trascorso con i propri cari o semplici gesti di gentilezza. Per molti, soprattutto per chi ha vissuto difficoltà economiche, il peso della precarietà aggiunge ulteriore angoscia agli ultimi momenti di vita.
“Parlando con i pazienti, diversi mi hanno detto che avrebbero preferito apprezzare di più le cose piccole della vita. In tanti avrebbero desiderato fare più passeggiate o trascorrere più tempo in famiglia. E proprio i parenti diventano la loro maggiore preoccupazione: chi non può permettersi le cure o un funerale spesso si affida agli aiuti economici dei propri cari. Ho notato che chi vive una condizione economica più stabile affronta la morte con meno stress”, ha raccontato Julie.
Con un obiettivo chiaro, Julie ha scelto di usare i social per sensibilizzare sull’importanza di vivere con consapevolezza e affrontare il tema della morte senza paura. “Voglio aiutare le persone ad accettare che la loro vita sta per finire prima che lo capiscano da sole o che sia un familiare a dirglielo”, ha spiegato al podcast Disruptors.
Le sue testimonianze invitano a riflettere sul valore della vita e a dare priorità a ciò che davvero conta.
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