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Credits: Getty Images
13 Febbraio 2025
Redazione 105
Alcune persone fanno molto fatica a chiamare le persone con il loro nome. Si tratta di una condizione ancora poco studiata alla quale solo nel 2019 un gruppo di ricercatori ha dato una definizione: alexinomia.
Tale condizione è associata ad ansia e comportamenti di evitamento per quanto riguarda la pronuncia dei nomi e quindi può avere, a seconda delle gravità, un impatto significativo sulle interazioni e relazioni sociali quotidiane.
C’è chi sorprendentemente sperimenta questo disagio anche con i propri cari, altri addirittura solo con essi: alcune persone ad esempio sono particolarmente restie a pronunciare il nome della moglie, del fidanzato o del migliore amico. Spesso chi soffre di questo disturbo percepisce il rivolgersi agli altri pronunciandone il nome come troppo “formale”; altri, al contrario, come troppo “intimo”. Ciò probabilmente accade perché i nomi delle persone hanno una sorta di potere. Il modo in cui li utilizziamo – o meno – dice molto sulla natura delle nostre relazioni con le persone e sulla forma che cerchiamo di dare loro.
In genere chi soffre di alessinomia usa formule diverse per rivolgersi alle persone, spesso pronomi o titoli. Torcha riporta un caso di studio interessante che prende in esame la figura delle maestre: molti le chiamano per nome, ma può accadere che il bambino preferisca rivolgersi a esse usando il titolo – “maestra”, appunto -, per evitare di creare un contatto troppo intimo e inappropriato con una persona percepita come “superiore”.