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04 Marzo 2025
Redazione 105
I terremoti sono tra le forze più distruttive della natura, capaci di cancellare intere città e cambiare per sempre il corso della storia. Alcuni eventi sismici hanno lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva, non solo per la loro potenza, ma anche per le devastanti conseguenze umane ed economiche.
Il 23 gennaio 1556, nella provincia cinese di Shaanxi, si verificò il terremoto più letale mai registrato. Con una magnitudo stimata tra 8.0 e 8.3, la scossa durò pochi secondi, ma bastò per causare oltre 100.000 vittime solo nell’immediato. Il sisma distrusse le città di Huaxian, Weinan e Huayin, provocando frane, incendi e ondate di distruzione che portarono il bilancio finale a circa 830.000 morti.
A rendere questo terremoto così devastante fu una combinazione di fattori: l’urbanizzazione dell’epoca, con edifici costruiti in argilla pressata, e la particolare conformazione geologica del territorio, che amplificò gli effetti della scossa. Nonostante la sua portata distruttiva, però, non fu il terremoto più potente mai registrato.
Il 22 maggio 1960, la città di Valdivia, in Cile, fu colpita dal terremoto più potente mai misurato. Con una magnitudo di 9.5 sulla scala Richter, il sisma scatenò un’ondata di devastazione che causò 1.655 morti, 3.000 feriti e oltre 2 milioni di sfollati.
L’evento generò anche un maremoto con onde alte fino a 25 metri, che raggiunsero le coste di Giappone, Hawaii e Filippine. Le stime economiche parlano di danni compresi tra i 4 e gli 8 miliardi di euro, un impatto che ha segnato profondamente il Cile e l’intera comunità scientifica, spingendo a rivedere i sistemi di prevenzione sismica.
Se il terremoto di Jiajing è stato il più mortale, quello di Valdivia è stato il più potente mai registrato. Oggi, grazie a tecnologie avanzate e sistemi di allerta, possiamo prevenire alcune delle conseguenze più drammatiche, ma la forza della natura resta un elemento imprevedibile capace di segnare per sempre intere popolazioni.