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Credits: Getty Images
12 Marzo 2025
Redazione 105
Negli ultimi anni, il concetto di pensione ha subito una trasformazione radicale, soprattutto tra i giovani della Generazione Z. Con l’età pensionabile che si allontana sempre di più e un mercato del lavoro caratterizzato da precarietà e stress, molti ragazzi hanno iniziato a ripensare il loro rapporto con il lavoro. Nasce così il fenomeno del micro pensionamento, una tendenza che si sta diffondendo rapidamente grazie ai social media.
Il micro pensionamento si basa sull’idea di non rimandare il tempo libero alla vecchiaia, ma di prendersi pause regolari dal lavoro per dedicarsi a esperienze personali, hobby o viaggi. Questo concetto è stato introdotto nel 2007 da Timothy Ferriss nel libro The 4-Hour Workweek, e oggi viene ripreso da molti giovani professionisti che vogliono migliorare il proprio equilibrio tra vita e carriera.
A differenza di un anno sabbatico, il micro pensionamento non prevede una lunga interruzione, ma periodi di pausa programmati nel corso della vita lavorativa. Alcuni scelgono di lavorare intensamente per tre o quattro anni, accumulando risparmi, per poi prendersi un anno di pausa. Altri, invece, preferiscono alternare periodi di lavoro con mesi di stop più brevi, durante i quali si dedicano ad attività personali, volontariato o semplicemente al riposo.
Uno degli aspetti centrali del micro pensionamento è la gestione finanziaria. Per potersi permettere queste pause, è fondamentale avere un piano di risparmio solido. Molti giovani adottano strategie come il risparmio estremo (accumulando tra il 50% e l’80% del reddito) o investono in strumenti finanziari per generare entrate passive. Inoltre il fenomeno è particolarmente compatibile con lavori flessibili, come quelli da remoto o freelance, che permettono maggiore autonomia nella gestione del tempo.
Il successo di questa tendenza dimostra che la Gen Z ha una visione del lavoro diversa rispetto alle generazioni precedenti. Se in passato la carriera era vista come un percorso lineare con il pensionamento come traguardo finale, oggi i giovani danno priorità al benessere psicofisico e all’equilibrio tra vita e lavoro. Non vogliono sacrificare intere decadi per godersi la vita solo in età avanzata, ma preferiscono distribuirne i benefici lungo tutto il percorso professionale.