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21 Marzo 2025
Redazione 105
Per molti è il primo gesto del mattino, per altri è una pausa sacra nel corso della giornata. Il caffè è molto più di una bevanda: è rituale, tradizione e socialità. Ma esiste un limite oltre il quale il suo consumo può diventare dannoso? Secondo la biologa nutrizionista Maria Rosaria Baldi, sì, e conoscerlo è fondamentale per sfruttare al meglio i benefici della caffeina, evitando spiacevoli effetti collaterali.
Stando agli studi scientifici, una quantità considerata sicura per un individuo sano è di circa 300 milligrammi di caffeina al giorno, equivalenti a 4-5 espressi, 3-4 caffè moka o 2-3 tazze di caffè americano. Entro questi limiti, il caffè mantiene le sue proprietà antiossidanti, migliora concentrazione, attenzione e reattività mentale, senza interferire con il benessere generale.
La dottoressa Baldi spiega che un eccesso di caffè può provocare nervosismo e irritabilità, perché inibisce l’adenosina, la molecola che favorisce rilassamento e sonno, e stimola gli ormoni dello stress come l’adrenalina. A ciò si aggiunge il rischio di insonnia, causato da un accumulo di caffeina anche inconsapevole, presente anche in bevande come la cola.
Un altro aspetto da considerare riguarda l’apparato digerente: il caffè stimola la digestione, ma in dosi elevate può provocare acidità gastrica e disturbi intestinali. E se tutto questo non bastasse, c’è anche l’effetto paradosso: più caffè si assume, più ci si sente stanchi, a causa della dipendenza da metilxantine, che alterano i normali meccanismi cerebrali legati all’energia.
Insomma, il caffè è un alleato prezioso… ma solo se non si esagera!