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Credits: Getty Images
21 Marzo 2025
Redazione 105
Nel silenzio delle foreste, nelle profondità degli oceani o sulle cime delle montagne, molte specie animali hanno cessato di esistere. Negli ultimi decenni, l’estinzione ha colpito duramente la biodiversità globale, spesso per mano dell’uomo. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), sono almeno 160 le specie dichiarate estinte nell’ultimo decennio, un dato che fa riflettere.
Tra gli animali più noti scomparsi di recente, c’è lo stambecco dei Pirenei, il cui ultimo esemplare è morto nel 2000. Anche il possente rinoceronte bianco settentrionale è considerato funzionalmente estinto: ne restano solo due femmine in cattività, insufficienti per garantire la sopravvivenza della specie.
A sparire nel tempo anche la tigre di Giava, dichiarata estinta negli anni ’80 a causa della deforestazione e del bracconaggio. Sorte simile per la testuggine dell’Isola di Pinta, simbolo dell’arcipelago delle Galápagos: l’ultimo esemplare, soprannominato “Lonesome George”, è morto nel 2012. E ancora, il coloratissimo rospo dorato del Costa Rica, non più avvistato dal 1989.
Le cause? In primis la distruzione degli habitat, ma anche l’inquinamento, l’introduzione di specie invasive, il cambiamento climatico e il commercio illegale. Un mix letale che sta accelerando il ritmo dell’estinzione in tutto il mondo.
Di fronte a questa emergenza, la conservazione non è più un’opzione, ma una necessità. Ogni specie scomparsa è un tassello in meno nella ricchezza della vita sulla Terra. Proteggere la fauna significa proteggere anche il nostro futuro.