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Credits: YouTube @DisneyIT
25 Marzo 2025
Redazione 105
È uscito solo da pochi giorni, ma il remake live-action di Biancaneve ha già acceso un vero e proprio incendio mediatico. Il film ha debuttato in vetta al box office mondiale, raccogliendo 87,3 milioni di dollari nel weekend d’apertura, ma non senza attirare una valanga di critiche e polemiche.
Al centro del dibattito, la scelta di reimmaginare radicalmente il classico Disney del 1937. A partire dal casting: la protagonista è interpretata da Rachel Zegler, attrice di origini colombiane, il cui aspetto ha suscitato polemiche in quanto distante dalla classica “pelle candida” della fiaba originale.
Ma la discussione più accesa riguarda l’assenza dei sette nani, rimpiazzati da creature magiche in CGI. Una decisione vista da molti come un’occasione mancata per offrire ruoli autentici ad attori affetti da nanismo. Anche il principe, figura centrale nella versione animata, viene relegato a una comparsa, mentre Biancaneve affronta da sola la sua nemica, diventando una protagonista forte e indipendente.
Durante la promozione del film, Zegler ha spiegato questo approccio con parole destinate a far discutere: “C’è una grande attenzione sulla sua storia d’amore con un ragazzo che letteralmente la perseguita. Strano. Quindi non l’abbiamo fatto questa volta”.
Dal punto di vista tecnico, non tutti sono rimasti soddisfatti: la computer grafica, la colonna sonora e il tono generale del film sono stati definiti da parte della critica come “freddi” e “privi di magia”. Su Rotten Tomatoes, la pellicola raccoglie un modesto 44% di gradimento, segno di una ricezione spaccata tra chi applaude il tentativo di modernizzazione e chi rimpiange la fiaba tradizionale.
Nonostante tutto, Biancaneve continua a far parlare di sé e, numeri alla mano, resta uno dei titoli più visti del momento. Ma la vera domanda è: questo nuovo volto della principessa è destinato a diventare un nuovo classico o finirà dimenticato sotto il peso delle sue stesse scelte?
Ma la discussione più accesa riguarda l’assenza dei sette nani, rimpiazzati da creature magiche in CGI. Una decisione vista da molti come un’occasione mancata per offrire ruoli autentici ad attori affetti da nanismo. Anche il principe, figura centrale nella versione animata, viene relegato a una comparsa, mentre Biancaneve affronta da sola la sua nemica, diventando una protagonista forte e indipendente.
Durante la promozione del film, Zegler ha spiegato questo approccio con parole destinate a far discutere: “C’è una grande attenzione sulla sua storia d’amore con un ragazzo che letteralmente la perseguita. Strano. Quindi non l’abbiamo fatto questa volta”.
Dal punto di vista tecnico, non tutti sono rimasti soddisfatti: la computer grafica, la colonna sonora e il tono generale del film sono stati definiti da parte della critica come “freddi” e “privi di magia”. Su Rotten Tomatoes, la pellicola raccoglie un modesto 44% di gradimento, segno di una ricezione spaccata tra chi applaude il tentativo di modernizzazione e chi rimpiange la fiaba tradizionale.
Nonostante tutto, Biancaneve continua a far parlare di sé e, numeri alla mano, resta uno dei titoli più visti del momento. Ma la vera domanda è: questo nuovo volto della principessa è destinato a diventare un nuovo classico o finirà dimenticato sotto il peso delle sue stesse scelte?