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Credits: Getty Images
07 Aprile 2025
Redazione 105
Un nuovo studio condotto dalla Washington State University lancia un allarme inaspettato: cani e gatti potrebbero essere gli ospiti ideali per il prossimo virus pandemico. E a rivelarlo è l’intelligenza artificiale, sempre più usata nella prevenzione sanitaria globale.
Grazie a un sofisticato algoritmo di machine learning, i ricercatori hanno analizzato i dati genetici di migliaia di virus e comportamenti di decine di specie animali. L’obiettivo era chiaro: prevedere quale specie potrebbe ospitare il prossimo virus letale per l’uomo. I risultati? Sorprendenti.
Tra gli animali a più alto rischio ci sono proprio quelli che vivono con noi, come cani e gatti, oltre a procioni, lontre e donnole. A esclusione dei ratti – paradossalmente ritenuti più resistenti – sono state identificate diverse specie capaci di ospitare orthopoxvirus, la stessa famiglia del vaiolo e del più recente mpox.
“Volevamo aggiungere l’altra parte della storia, le caratteristiche dei virus”, spiega la ricercatrice Pilar Fernandez.
Il Sud-est asiatico, l’Africa equatoriale e l’Amazzonia sono le zone con il più alto potenziale di focolai futuri: qui si trovano molti animali portatori e la copertura vaccinale contro il vaiolo è bassa. Una combinazione che, secondo i ricercatori, può diventare letale.
Il messaggio degli esperti è chiaro: non demonizzare gli animali domestici, ma rafforzare i controlli anche nei contesti urbani. La sfida è individuare i rischi prima che esplodano in nuove pandemie globali.