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14 Aprile 2025
Redazione 105
Per ben sette volte si è presentata al Pronto soccorso in stato confusionale, con sintomi evidenti da ebbrezza: alito alcolico, sonnolenza, difficoltà di parola. Ma non aveva toccato una goccia di alcol. È la storia incredibile di una donna canadese di 50 anni, che alla fine ha ricevuto una diagnosi tanto rara quanto sorprendente: la sindrome dell’autoproduzione di birra.
Questa condizione medica estremamente rara, nota anche come malattia dell’ubriachezza automatica, si verifica quando l’intestino ospita una quantità eccessiva di microrganismi capaci di fermentare i carboidrati in etanolo. Tra i responsabili figurano funghi come Saccharomyces cerevisiae e Candida albicans. Il risultato? Il corpo produce alcol da solo, proprio come in un birrificio.
Come riportato nel Canadian Medical Association Journal, i medici ritengono che la paziente abbia sviluppato la sindrome a causa di una disbiosi intestinale, favorita da ripetute terapie antibiotiche per infezioni urinarie e dall’assunzione di dexlansoprazolo per il reflusso.
La svolta è arrivata con una terapia mirata: un ciclo di fluconazolo, antifungino, associato a una dieta povera di carboidrati. I sintomi sono scomparsi, ma sono tornati appena la donna ha reintrodotto zuccheri nella dieta. Il trattamento è stato ripetuto con successo.
Anche se rari, altri casi simili sono stati segnalati, anche in Belgio, e i medici sottolineano l’importanza di considerare questa sindrome nelle diagnosi differenziali di intossicazione da alcol, soprattutto quando i pazienti negano il consumo.