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Credits: Getty Images
16 Aprile 2025
Redazione 105
Icona senza tempo di amore e promessa, l’anello di fidanzamento è da secoli l’emblema dell’impegno prematrimoniale. Che sia moderno o d’epoca, semplice o prezioso, resta ancora oggi un segno riconosciuto universalmente.
La sua diffusione moderna risale al 1477, quando l’Arciduca Massimiliano d’Austria offrì un anello di diamanti alla futura sposa, introducendo le famose 4C del diamante: clarity, colour, carat, cut. Il modello Tiffany Setting lo rese iconico, mentre la campagna pubblicitaria De Beers contribuì a trasformarlo in un sogno collettivo.
Le sue radici, però, affondano nell’antico Egitto, dove si credeva che una “Vena Amoris” collegasse direttamente l’anulare sinistro al cuore. Da qui la tradizione, ancora oggi viva in molte culture, di indossare l’anello proprio su quel dito.
La posizione dell’anello varia da Paese a Paese. In Serbia, Polonia, Russia, Svizzera, Spagna e parte del Sud America, ad esempio, l’anello si porta sull’anulare destro. Nei matrimoni ebraici, invece, viene indossato inizialmente sull’indice destro e poi spostato all’anulare sinistro al termine della cerimonia.
Dopo il matrimonio, l’anello può essere spostato sulla mano destra per fare spazio alla fede oppure indossato insieme ad essa, soprattutto quando i due anelli sono progettati per essere abbinati. Alcuni preferiscono invece conservarlo come ricordo, lasciando spazio solo alla fede.
In ogni caso, continuare a indossare entrambi resta un gesto ricco di valore simbolico ed emotivo, capace di raccontare una storia d’amore anche solo con uno sguardo alla mano.