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24 Aprile 2025
Redazione 105
Capita spesso di trovarsi davanti a un prodotto scaduto da pochi giorni e chiedersi se sia ancora sicuro consumarlo. La risposta non è sempre univoca, ma una cosa è certa: comprendere bene cosa significano le indicazioni sulle etichette può aiutare a evitare sprechi inutili e a ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Per questo motivo è importante distinguere tra data di scadenza e termine minimo di conservazione, due concetti che indicano cose molto diverse. Capire la differenza ci permette di mangiare in modo sicuro, responsabile e consapevole.
La data di scadenza è indicata con la formula “da consumarsi entro” e rappresenta un limite rigido oltre il quale un alimento può diventare pericoloso per la salute. Si applica generalmente a cibi freschi, come carne, pesce e prodotti caseari, che con il passare dei giorni possono sviluppare batteri dannosi. Il termine minimo di conservazione (TMC), invece, si trova sulla confezione come “da consumarsi preferibilmente entro”. In questo caso, superata la data indicata, il prodotto potrebbe perdere gusto, consistenza o valore nutrizionale, ma non è detto che diventi nocivo.
Alcuni prodotti, se ben conservati, restano sicuri anche dopo il termine indicato sulla confezione. La pasta secca e il riso, per esempio, grazie alla loro bassa umidità, possono mantenersi in buone condizioni per settimane. Anche le conserve in scatola, come il tonno o i legumi, sono spesso consumabili molto tempo dopo, purché la lattina non presenti rigonfiamenti o danni. I biscotti o i cracker possono perdere croccantezza, ma non rappresentano un rischio. Anche lo yogurt, se tenuto in frigo e ancora sigillato, può essere assaggiato qualche giorno dopo la scadenza, fidandosi dell’aspetto e dell’odore. Infine l’olio d’oliva, se conservato al riparo da luce e calore, mantiene le sue proprietà anche per diversi mesi oltre il TMC.
Esistono però alimenti che non lasciano margine di sicurezza. La carne cruda e il pollame devono essere consumati entro la data indicata, al massimo uno o due giorni dopo se ben refrigerati. Anche i salumi affettati e i succhi di frutta pastorizzati vanno trattati con attenzione. Le uova, infine, se mangiate crude o poco cotte, devono essere consumate freschissime