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Pilar Fogliati: “Non so se vorrò figli, ma c’è chi mi giudica”

Tra riflessioni e confessioni, l’attrice si racconta

Pilar Fogliati: “Non so se vorrò figli, ma c’è chi mi giudica”

Credits: Instagram @pilarfogliati

23 Aprile 2025

Redazione 105

Pilar Fogliati, tra fiction e film (non solo come attrice, ma anche come regista e autrice), è la vera rivelazione del cinema italiano degli ultimi tempi. In un’intervista a Vanity Fair si racconta, a partire da una frase forte e a tratti anche controcorrente: non sa se vorrà adattarsi ai cliché che vogliono la donna sposata e con prole: “Siamo il risultato di ciò che le nostre madri hanno imparato o subìto dalle nostre nonne. È per loro che oggi faccio l’attrice, non sono sposata, non ho figli, non so se vorrò averli. Sì, c’è ancora chi mi giudica, ma posso disporre di diritti per cui non ho lottato, e nel mio futuro ne vedo tanti altri da rivendicare”.

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Il rapporto con i genitori 

Ma com’era il rapporto con i suoi, di genitori? “È cambiato con il tempo. Sono diventati genitori molto giovani, ma non sono mai stati ‘genitori amici’. Da piccola, mio padre era spesso via per lavoro. È figlio di una generazione in cui gli uomini non dovevano occuparsi dei figli, né mostrare emozioni: solo insegnare le regole. Durante l’adolescenza gli equilibri si sono spostati, e io sono diventata un po’ vagabonda, un po’ ribelle. Oggi gli chiederei scusa per quella volta in cui sono scesa all’improvviso dalla macchina, mentre eravamo sul Grande Raccordo Anulare. Per quando mi sono nascosta tra le frasche in giardino. Col tempo ho scoperto che gli somiglio. Abbiamo entrambi una timidezza strana, che sappiamo mascherare bene. Mia madre, invece, è l’opposto: esuberante, brillante, con un’ironia tutta sua”.

Le nuove generazioni 

C’è spazio anche per una riflessione sulla generazione che la segue, quella di Olimpia, sua sorella che ha solamente 17 anni: In molte cose sono migliori di noi. Non ragionano più in termini di giusto o sbagliato: tutto è accettabile, se serve a esprimere la propria libertà. Li ha segnati molto il Covid. Sono anche la prima generazione che si sente alienata dalla vita degli altri. Il confronto è continuo, inevitabile. Hanno interiorizzato troppo presto l’idea di bellezza e di ricchezza guardando gli altri sui social

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La sua generazione 

Quanto alla sua, di generazione: “Siamo la generazione del ‘se ci sposeremo, lo faremo tardi’, del ‘se avremo figli, li avremo tardi’. Siamo a cavallo tra i nostri genitori, a cui dicevano di sbrigarsi, e mia sorella Olimpia, che mette il proprio io al centro. Abbiamo capito l’importanza della salute mentale. Che non si deve stare in coppia per forza. Che una famiglia può avere qualsiasi forma. Che si può fare un figlio da soli. E che se non lo si fa, ci si può realizzare in mille altri modi. Tutto questo l’abbiamo capito, ma la pressione la sentiamo ancora. Siamo nel mezzo: tra il me ne frego e l’essere schiacciati dagli stereotipi”.

Il primo bacio e l’amore da adulti 

Si passa poi a temi più romantici, come il primo bacio. “Lo diedi a un ragazzo molto carino, si chiamava Giacomo. Avevo 14 anni, ero andata con un’amica a un classico festino in casa. Ricordo che lo baciai in un corridoio, tenendo gli occhi aperti. A un certo punto lei passa e mi dice: ‘Figo lui… però chiudili, ’sti occhi’

Ora è fidanzata da cinque anni con Severiano Recchi. “È di Roma, e non fa parte del mondo dello spettacolo. Il mio lavoro, certo, mette alla prova le relazioni. Se stai cinque mesi a Torino su un set, non è facile. Ma non per la distanza o la gelosia. È che, a volte, succede di iniziare ad andare a velocità diverse. Alla fine è sempre questo il dilemma: come stare bene in una relazione nel tempo. È la domanda eterna degli esseri umani”.

Il successo: la riflessione su Sangiovanni e Angelina Mango

E a proposito di lavoro, oggi è il suo momento ma di gavetta ne ha fatta tanta. “Il tempo della gavetta è anche il tempo della consapevolezza. Ti forma. Quando il successo arriva di colpo, è facile cadere. Penso ai cantanti, come Sangiovanni o Angelina Mango: giovanissimi, travolti da tutto, a un certo punto hanno sentito il bisogno di fermarsi. Poteva succedere anche a me: se all’uscita dalla Silvio D’Amico mi avesse preso Sorrentino per un film”.

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