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credits: Getty Images
28 Aprile 2025
Redazione 105
A giudicare dai numeri, la solitudine è un problema crescente: un giovane su 4 si sente così ogni giorno. In risposta a questo fenomeno, è nato in Giappone il business delle fidanzate a noleggio, ora in crescita anche in Australia.
Come racconta Kay Manuel, fidanzata a noleggio della Gold Coast, i clienti di questo servizio sono uomini single, di età compresa tra i 18 e i 60 anni. Gli appuntamenti prevedono attività come cene, picnic, serate al cinema, partecipazioni a eventi familiari come matrimoni o cene di Natale e persino il tifo ai concerti.
È importante distinguere questo fenomeno dal mondo delle escort: in Giappone, ad esempio, alle fidanzate a noleggio è vietato rimanere sole con i clienti o entrare nelle loro abitazioni. La violazione di queste regole può comportare la cessazione immediata del rapporto di lavoro.
Dal punto di vista economico, i costi possono essere elevati, poiché il cliente è responsabile anche di tutte le spese dell'appuntamento. Jorden Tually, uno dei più noti content creator australiani, ha raccontato al New York Post di aver speso oltre 447 dollari per un singolo incontro.
Nel descrivere la sua esperienza, Jorden Tually ha ammesso che, nonostante un certo imbarazzo iniziale, "poter affittare una ragazza può aiutare ad alleviare la pressione. Può aiutarti ad avere un po' più di sicurezza nell'andare a parlare con qualcuno e nell'iniziare quelle conversazioni." Tuttavia, ha espresso dubbi sul fatto che questo servizio possa avere successo in Australia, pur riconoscendo che molti giovani sono già disposti a investire in compagnia retribuita.
Nonostante l’apparente successo del fenomeno, gli esperti mettono in guardia.
Samantha Jayne, esperta di relazioni, ha dichiarato: "Non risolve il problema della solitudine. Alla fine sai che l'unica ragione per cui una persona è lì è perché la stai pagando." Un'illusione che, secondo l’esperta, potrebbe peggiorare il senso di solitudine invece di alleviarlo.
Anche la consulente relazionale Susie Kim, di Sydney, invita alla prudenza: "È importante che i clienti considerino questi servizi come un supporto, piuttosto che come un sostituto delle relazioni autentiche o della terapia."