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credits: Getty Images
29 Aprile 2025
Redazione 105
Hai mai comprato un libro con entusiasmo, per poi lasciarlo intatto sullo scaffale? Tranquillo, non sei l’unico. Questa sindrome ha un nome: Tsundoku, un termine giapponese che descrive la pratica di acquistare libri senza mai leggerli, lasciandoli accumulare nel tempo.
Il termine nasce dall’unione dei verbi tsunde (“ammucchiare”) e oku (“lasciare lì”), e risale all’era Meiji, tra il 1868 e il 1912, periodo in cui il Giappone si stava aprendo al mondo e i libri occidentali cominciavano a circolare anche nel Paese del Sol Levante, arrivando copiosi, ma non sempre letti. Come mai? Forse un piacere perverso di possedere e lasciare per dopo.
Oggi il fenomeno è più diffuso che mai. Sono tanti i lettori che, senza rendersene conto, si trasformano in accumulatori seriali di storie non iniziate. Secondo gli esperti, lo Tsundoku può essere una dipendenza sana, se vissuta con equilibrio: l’oggetto libro, in sé, è fonte di piacere e gratificazione sia mentale che visiva. Spesso, infatti, scegliamo cosa mettere sul comodino più per l’immagine di copertina che per il contenuto. Tuttavia, l’accumulo può trasformarsi in fonte di ansia: spazi invasi, polvere, tempo che sembra sempre mancare.
Se ti riconosci in questa descrizione, non preoccuparti: non è una condanna, e soprattutto non sei solo. Il primo passo è la consapevolezza.
Prova a riscoprire i volumi che hai in casa, magari leggendo un libro al mese.
E prima di un nuovo acquisto, chiediti: "Lo leggerò davvero?" "Mi serve adesso?". Domande semplici, ma efficaci, che possono aiutarti a frenare l’impulso e, perché no, anche a ridurre la polvere che si accumula sui libri non letti.